Zaia: «Città in ginocchio, ma pronta a rialzarsi»

Oggi il sopralluogo del Presidente della Regione Veneto accompagnato dal sindaco di Verona Federico Sboarina per valutare la situazione dopo il nubifragio. Nel frattempo è stato firmato lo stato di calamità.

Si è tenuto questa mattina il sopralluogo del Presidente della Regione Veneto Zaia a Verona, accompagnato dal sindaco Sboarina, per constatare di persona i danni del nubifragio che si è abbattuto sulla città nel pomeriggio di domenica 23 agosto e per far fronte ai quali è già stato dichiarato lo stato di crisi

Da Santo Stefano, passando per Veronetta fino alle Torricelle, il sindaco ha mostrato al Presidente della Regione ciò che è rimasto del nubifragio di ieri, nonostante molte strade e zone della città fossero già state parzialmente ripulite e rese accessibili grazie al lavoro delle centinaia di volontari che sono accorsi da tutta la regione per dare l’aiuto necessario, ma anche dei veronesi che si sono subito rimboccati le maniche.

Il sopralluogo del sindaco e del presidente.

La giornata di oggi è dedicata alla conta degli ingenti danni ma anche alla solidarietà che da più parti arriva nei confronti della comunità veronese, colpita da eventi atmosferici tanto improvvisi quanto devastanti.

Tante le testimonianze di vicinanza arrivate al sindaco dai rappresentanti delle istituzioni.

«Un evento assolutamente straordinario – ha detto il sindaco nel punto stampa di questa mattina in sala Arazzi -. In pochissimo tempo su Verona si è abbattuto qualcosa come l’equivalente della tempesta Vaia. Una furia impressionante, la cui devastazione è sotto gli occhi di tutti, con vento, acqua e grandine di proporzioni mai viste prima che hanno messo in ginocchio una città già duramente messa alla prova dal Covid».

«Siamo al lavoro – prosegue il primo cittadino – per quantificare i danni pubblici e privati. Al momento è impossibile fare una stima, nemmeno approssimativa, possiamo solo immaginare che servano milioni di euro per riparare ciò che è andato distrutto».

Il sindaco ha poi ricordato l’impegno dei tanti uomini della Protezione Civile che da ieri lavorano per rimettere in piedi la città, a partire dalle zone più colpite, insieme agli operatori delle aziende municipalizzate e agli agenti della Polizia locale.

Le parole di Sboarina sono poi dedicate ai veronesi e alla loro capacità di non abbattersi di fronte alle difficoltà: «Come è nella loro indole, i veronesi si sono subito rimboccati le maniche e hanno cominciato a lavorare per salvare ciò che si poteva ed evitare che la situazione peggiorasse». I veronesi – continua – sono quelli che «si mettono subito a spalare, che lavorano sodo e che non hanno vergogna a farsi aiutare e che, come è legittimo, contano sulla vicinanza delle istituzioni», senza stare seduti con le mani in mano, aspettando chissà quale miracolo.

Il sindaco conclude con un riferimento alle critiche giunte dal giornalista di Repubblica, Paolo Brizzi: «Per rispetto di queste persone, che con le lacrime agli occhi cercano lo stesso di rialzarsi, sarebbe opportuno che almeno per una volta certi sciacalli si mordessero forte la lingua o si chiudessero le mani in un cassetto, anziché usarle sulla tastiera per attacchi vergognosi e disdicevoli. Sarebbe più dignitoso il silenzio. Le polemiche strumentali davanti a una evidenza simile, con tutta Italia che ci chiama per darci la solidarietà, qualificano chi le fa e non fanno altro che danneggiare la città».

Quindi i ringraziamenti, a cominciare dal Presidente della Regione, «che per Verona c’è sempre e subito – ha detto Sboarina –. Ieri sera la firma dello stato di crisi per il nostro capoluogo e per le altre città venete colpite dal maltempo, stamattina il sopralluogo per verificare di persona lo stato di emergenza e dare concretamente avvio alle procedure affinchè i cittadini possano vedere risarciti i danni subiti. Possiamo sempre contare sul governatore e questo è motivo di sollievo. Ora ci aspettiamo che anche il Governo faccia la sua parte».

Quindi il ringraziamento alla Protezione Civile, la cui macchina si è nel frattempo messa in moto: «Ringraziamo i volontari e i soccorritori che si sono attivati tempestivamente per aiutare i cittadini coinvolti e garantire il progressivo ripristino della normalità».

Il Presidente Zaia, dopo aver visto con i propri occhi la situazione della città, dichiara: «Ho già firmato lo stato di calamità perchè questa è una tragedia. Molte parti della città sono in ginocchio, sono stato sulle Torricelle e in altri quartieri e ho visto devastazione, negozi inondati da un metro e mezzo d’acqua, persone con le lacrime agli occhi».

Danni che hanno colpito non solo strade ed edifici ma anche i campi e i vigneti che circondano la città: «Una tragedia che ha colpito anche il mondo dell’agricoltura, in particolare la Valpolicella in cui sono andati distrutti numerosi vigneti».

E prosegue, rivolgendo un invito ai cittadini: «Non ci voleva, ma come al solito ci rimbocchiamo le maniche e vediamo di portare a casa il risultato. L’appello ai cittadini è quello di produrre una documentazione dei danni il più dettagliata possibile da inviare al sindaco, raccoglieremo tutto e faremo una conta complessiva».

Da ultimo il Presidente della Regione Veneto si rivolge al governo: «Di tragedie ne ho viste tante, questo di Verona è uno scenario tragico e apocalittico, bisognerebbe essere mascalzoni pensare che sia un evento normale. La città deve essere aiutata e il governo deve prendere provvedimenti immediati, spero in un decreto subito».

Nubifragio e viabilità, di nuovo percorribili molte strade colpite

Mentre si teneva il punto stampa congiunto del sindaco di Verona e del Presidente Zaia, non si è fermata in queste ore l’attività della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco.

Rimozione tronchi caduti e detriti, ripristino cartellonistica stradale ed impianti semaforici: queste le attività, con interventi senza sosta, che li hanno visti impegnati per ripristinare la viabilità delle strade.

Delle 150 strade di Verona colpite dal nubifragio e dalla tromba d’aria, almeno 35 hanno subito pesanti ripercussioni viabilistiche.

In particolare, per la caduta di numerose piante, sono state completamente interrotte le vie di accesso, in salita ed in discesa, alle Torricelle. Dopo gli interventi di taglio e pulizia strade, proseguiti per tutta la notte, è di nuovo percorribile via Caroto da Borgo Venezia.

In fase di ultimazione, con spazzatrici da parte di Amia, anche la sistemazione di via Castel San Felice, che resta però chiusa a causa di un muro di contenimento pericolante e da mettere in sicurezza.

In fase di completamento anche gli interventi per il ripristino dei 34 impianti semaforici e delle numerose segnaletiche stradali rimasti gravemente danneggiati dalla tempesta. Tra i semafori danneggiati quelli di via Mameli, Corso Venezia, via Pallone, via del Pontiere, via Adigetto, lungadige Divisione Pasubio, viale Colombo.

Diverse le strade su cui è stato necessario intervenire per il ripristino della viabilità, ora di nuovo percorribili: via Lugagnano, via Tirapelle Severo, via Scesa Amatore, via Prato Santo, via Da Vico Tomaso, vicolo dietro Caserma Chiodo, via Gabbia, via XX Settembre, viale della Repubblica, via Morosini Francesco, via Spolverini, lungadige Attiraglio, via Cipolla. Riaperta anche piazza Indipendenza.

Ancora bloccate, ma con interventi in fase di ultimazione, invece via Sciesa Amatore, via Mentana, via della Diga,un tratto di 200 metri di via Camuzzoni, via Spolverini, corso Venezia, via Monte Novegno, via Santini, via San Zeno in Monte. Non è ancora invece accessibile anche piazza Libero Vinco.

«In meno di 24 ore – ha spiegato il vicesindaco Zanotto – abbiamo ripristinato buona parte della viabilità cittadina. Già ieri sera ero al Centro Operativo Comunale della Protezione Civile, al Quadrante Europa, per i vari interventi e per presidiare le condizioni della viabilità cittadina e rendere di nuovo percorribili in sicurezza le arterie principali. Molti i danni registrati a carico di semafori e della cartellonistica stradale, in alcuni casi completamente divelta dalla forza del vento e distrutta dalla grandine», ha concluso Zanotto.