Il 14 e il 17 dicembre è stato firmato il protocollo integrato “Welcome Blue” tra il comune di Verona e diversi enti territoriali con lo scopo di una felice fruibilità dei locali e degli esercizi veronesi per le persone che vivono nello spettro autistico e le loro famiglie. Con il protocollo sono state organizzate due giornate informative, due webinar e, per l’occasione, la Gran Guardia e Palazzo Barbieri resteranno illuminati di blu per tutta la durata delle festività natalizie. A parlarci degli incontri e di quanto sia importante sensibilizzare la popolazione sul tema è stata la dottoressa Elena Sironi, psicologa e psicoterapeuta.
Innanzitutto cosa sono i disturbi dello spettro autistico e come vengono diagnosticati?
I disturbi dello spetto autistico sono una condizione che riguarda ormai tantissimi bambini, ragazzi e adulti. Noi lavoriamo su quelle che sono le aree di difficoltà per questi ragazzi, che sono prevalentemente nelle aree sociali: relazioni con l’altro, difficoltà nell’avere interessi che possano essere in linea con quelle dei pari nelle abilità di gioco e quindi quando andiamo a vedere quali sono i possibili comportamenti che ci allertano rispetto a una possibile diagnosi, andiamo a guardare abilità anche di interazione e scambio con l’altro. Allo stesso tempo guardiamo se ci sono anche i cosiddetti “comportamenti ripetitivi” o delle stereotipie e movimenti che possono essere strani. Questo comporta un percorso molto lungo per la famiglia e la persona stessa perchè bisogna lavorare o insegnare alcuni comportamenti diversi legati soprattutto alla comunicazione o come rimanere in relazione con gli altri.
Di cosa si è parlato durante i webinar organizzati nell’ambito di “Welcome Blue” e quali sono le conclusioni a cui si è arrivati?
Innanzitutto dobbiamo ringraziare il comune di Verona e tutti gli esercenti che hanno partecipato, perchè nonostante un periodo così difficile, sapere che Verona è una città che porta avanti tematiche importanti come l’inclusione e l’aiuto alle famiglie in difficoltà è un messaggio importante. Questi due webinar sono stati più che altro informativi e sono solo l’inizio: abbiamo fatto una “carrellata” delle difficoltà che le famiglie si trovano ad affrontare tutti i giorni e abbiamo raccontato in modo pratico quello che può succedere a un esercente che trova all’interno del suo negozio si trova in relazione con una persone con questo tipo di diagnosi o con una famiglia che ha un bambino con questa diagnosi. Naturalmente ci sono persone con una diagnosi di disturbo dello spettro autistico che possono esprimere quelle che sono le loro difficoltà. Per ora per noi era importante iniziare e mettere un tassello in questo grande mosaico che vogliamo costruire per dare informazioni pratiche su come provare a essere pazienti, lasciare alla famiglia un’occasione di uscita in una situazione già difficile sapendo che si può essere accolti nei negozi.
Sappiamo che questi mesi, complicati per tutti, sono sicuramente stati più difficili per le persone con disturbi dello spettro autistico. Secondo la sua esperienza professionale ha riscontrato maggiori difficoltà da parte di questi soggetti e delle loro famiglie in questi mesi di emergenza?
Il periodo del Covid è stato faticoso per tutti: ha cambiato le nostre routine e su questo cambiamento è stato fatto uno studio con il dott. Zoccante, sul quale abbiamo avuto un grande riscontro. Abbiamo infatti proposto un questionario alle famiglie e abbiamo avuto in pochissimo tempo oltre 500 risposte e sono state riportate tante testimonianze e tante fatiche. Innanzitutto il trovarsi a casa anche dal lavoro con difficoltà economiche e di spazi. Tante difficoltà sono state rilevate nella gestione della quotidianità: tanti bambini con disturbi dello spettro autistico hanno bisogno di una routine che si è interrotta. Riempire il proprio tempo libero, fare attività a casa con i genitori e non più con gli educatori è stata una grande fonte di stress. Per non parlare del fatto che si sono sospese per un lungo periodo anche le terapie e le occasioni di vita sociale, le possibilità di incontro con i pari. Ad oggi abbiamo potuto riprendere con molte attività ed è un sollievo, ma bisogna tenere in considerazione che per le famiglie non avere supporto diventa complicato.