Villa dei mosaici a Negrar, gli scavi proseguono spediti

Questa mattina la conferenza stampa in Comune a Negrar di Valpolicella per presentare lo stato di avanzamento dei lavori. Presente in video collegamento anche il ministro Dario Franceschini.

La conferenza stampa a Negrar a cui ha partecipato anche il Ministro Dario Franceschini
La conferenza stampa a Negrar a cui ha partecipato anche il Ministro Dario Franceschini

Un tesoro a cielo aperto. È quello che sta riemergendo nel cuore di Negrar di Valpolicella in seguito alla nuova individuazione della villa romana già scoperta a inizio Novecento, ma mai valorizzata, fino a pochi anni fa, quando il sindaco Roberto Grison, primo cittadino dal 2014, ha profuso notevoli sforzi per creare una convergenza di intenti finalizzata al recupero completo del sito.

Questa mattina nella sede del municipio si è tenuta la conferenza stampa di aggiornamento proprio su Villa dei Mosaici. In collegamento da Roma il ministro Dario Franceschini, il quale ha definito il ritrovamento della villa una bella storia, sia dal punto di vista scientifico, che per la collaborazione tra Stato, soprintendenza e Comune, e anche tra comune e privati. «A volte si entra in un braccio di ferro che non vede uscita. – a sottolineato Fransceschini – In questo caso, invece, mi pare di aver capito che si è lavorato in sinergia. Come Ministero ci lavoriamo anche noi, è un sito importante, farò il mio possibile per valorizzarlo».

Le parole del Soprintendente Vincenzo Tinè

Concetto di sinergia che ha sottolineato anche il soprintendente di Verona Vincenzo Tinè.

L’intervento del sindaco Roberto Grison

«Un momento importante, vissuto in prima battuta nel 2004, quando ero assessore alla cultura e all’istruzione. – ha spiegato il sindaco Roberto Grison – Venni a conoscenza del fatto che sotto al campo c’era un manufatto di epoca romana. In quel frangente non ho avuto la possibilità di approfondire. Dal 2014, da sindaco, abbiamo stretto le fila».

Fondamentale il contributo dei privati, in particolare Cantine Benedetti La Villa e Azienda Agricola Franchini, che hanno messo a disposizione il terreno alla soprintendenza per gli scavi finanziati in questa prima fase anche dal BIM Adige.

Alla conferenza stampa ha partecipato anche Gianni De Zuccato, funzionario della soprintendenza: «Ringrazio anch’io chi ha deciso di finanziare gli scavi, senza di loro non saremmo potuti arrivare fi qui. Questa scoperta avrà un indotto economico importante su tutto il territorio, non solo su Negrar. Potremmo inaugurare percorsi di ecosostenibilità economico e ambientale. Vorrei che fosse un patrimonio condiviso dalla popolazione e dai principali stakeholder del territorio».

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Le tappe principali della scoperta

Nel 1886 nella frazione di Villa in comune di Negrar di Valpolicella (Verona), nel podere Cortesele, furono scoperte le tracce di una grande villa di epoca romana. Venne in luce anche un mosaico, che fu acquistato dal Comune di Verona ed è attualmente esposto al Museo Archeologico del Teatro Romano.

Nel 1922 l’archeologa Tina Campanile (prima donna ammessa alla Scuola Archeologica di Atene), per incarico della Soprintendenza ai Musei e agli Scavi del Veneto, indagò un’area di circa 270 mq pertinente alla parte residenziale (pars urbana) di una villa rustica databile alla media/tarda età imperiale (II-III d.C.) Nuovi mosaici pavimentali policromi, di straordinario pregio ed eccezionale stato di conservazione, vennero in luce anche in questa fase, insieme a frammenti di intonaci parietali dipinti a vivaci colori

Nel 1975 in una proprietà adiacente fu rinvenuto un altro ambiente con pavimento a mosaico, oggi interpretabile come pertinente all’ingresso della villa, il vestibulum.

Dal 2016 la Soprintendenza è tornata ad operare nell’area al fine di rintracciare il sito e documentarne lo stato di conservazione. Un progetto di indagine sistematica, curato dal funzionario incaricato delle ricerche dr. Gianni De Zuccato, è stato presentato nel 2017 all’Amministrazione Comunale di Negrar di Valpolicella, che ha immediatamente affiancato la Soprintendenza nella sua realizzazione. Le indagini sono quindi proseguite nel 2018 con una campagna di prospezione geofisica e con sondaggi stratigrafici nel 2019 e nel 2020, resi possibili da un finanziamento del Ministero della Cultura. La scoperta di nuove strutture murarie e pavimentali della villa, attigue alle precedenti e probabilmente pertinenti alle parti rustica e fructuaria della villa, ha rivelato la sua notevole ampiezza e complessità planimetrica. Sulla scorta di queste nuove acquisizioni della ricerca il Ministero della Cultura ha dichiarato l’interesse culturale particolarmente importante del sito con provvedimento di vincolo ai sensi dell’art. 10, comma 3, lettera a) del Codice dei Beni Culturali.

Appariva, però, evidente che solo la realizzazione di veri e propri scavi stratigrafici in estensione avrebbe consentito di estendere le conoscenze all’articolazione dell’insediamento, alle sue fasi costruttive e alle vicende che ne hanno caratterizzato la frequentazione, l’abbandono e la distruzione oltre a i riportare alla luce le diverse evidenze monumentali e le splendide pavimentazioni musive.

L’intervento di scavo è ripreso in quetsi giorni, nonostante l’emergenza Covid, grazie ad un accordo di partenariato pubblico-privato tra la Soprintendenza e i proprietari dei terreni, l’Azienda Agricola La Villa di Benedetti Matteo e Simone e la Società Agricola Franchini srl, che si sono dimostrati particolarmente sensibili e collaborativi, mettendo a disposizione le aree da poco acquisite dai precedenti proprietari, rinunciando a indennità di occupazione e premi di rinvenimento e sostenendo parte delle spese per lo scavo dei livelli romani.

Un ulteriore finanziamento del Ministero della Cultura e del Bacino Imbrifero Montano dell’Adige hanno consentito di riprendere lo scavo archeologico in estensione, che è in corso anche grazie al protocollo d’intesa per lo studio e la valorizzazione del sito stipulato con l’Università di Verona – Dipartimento di Culture e Civiltà (prof. Patrizia Basso).

Ulteriori finanziamenti saranno necessari per il completamento dello scavo in estensione e per la valorizzazione del sito come area archeologica attrezzata per la pubblica fruizione.

L’ubicazione di questa villa romana in una splendida posizione sopraelevata, a breve distanza dall’abitato di Negrar di Valpolicella, immersa tra i filari dei vigneti di uve Valpolicella destinate alla produzione dei celebri vini, costituisce un valore aggiunto alla potenzialità attrattiva del sito. Adeguatamente valorizzato con strutture e percorsi attrezzati per la visita, l’area archeologica, oltre che un nuovo luogo della cultura straordinariamente evocativo del paesaggio antico, potrà diventare un ulteriore volano per lo sviluppo culturale, turistico ed economico della valle, rafforzando a livello nazionale e internazionale l’appeal di un territorio già celebre per i suoi vini.

Gli scavi a Villa dei mosaici, marzo 2021