È arrivato stamattina il “sì” da parte della Giunta regionale a utilizzare le “botti” come struttura ricettiva turistica. A comunicarlo è l’assessore regionale al Turismo, Federico Caner, che richiama l’attenzione sull’incentivo che una struttura inusuale e originale come questa può dare al turismo veneto. “Questo è l’ennesimo esempio, a cui nei prossimi mesi se ne aggiungeranno altri, sottolinea Caner – per concretizzare il nostro programma e la nostra volontà di puntare sul cosiddetto turismo esperienziale ed emozionale”.
Si è parlato di case sull’albero, di alloggi galleggianti, di palafitte e, stamattina, il via libera della Giunta regionale è arrivato per le “botti”. Da oggi, infatti, in Veneto, le grandi botti usate dalle aziende vitivinicole potranno essere trasformate in strutture ricettive.
A farlo sapere è l’assessore al Turismo Federico Caner che si dice soddisfatto della decisione: “Se tra gli obiettivi del sistema turistico veneto c’è anche quello di distinguersi nel mercato, ritengo sia vincente concepire soluzioni di soggiorno che esaltino le caratteristiche del territorio, delle sue tradizioni, della vita e del lavoro di chi lo abita”.
Le botti, per le quali il provvedimento stabilisce dei requisiti di classificazione, potrebbero infatti rappresentare un ulteriore incentivo per il turismo regionale e, soprattutto, per le “Strade del Vino”, come quelle delle colline del Prosecco, candidate a diventare patrimonio Unesco, della Valpolicella o dell’area del Soave.
“Questo è l’ennesimo esempio, a cui nei prossimi mesi se ne aggiungeranno altri, di concretizzazione del nostro programma e della nostra volontà di puntare sul cosiddetto turismo esperienziale ed emozionale, – continua Caner – confermando che il Veneto è la prima regione turistica d’Italia non solo dal punto di vista dei numeri, ma anche in termini di capacità innovativa e creatività”.