Avviata la riflessione interna al centrodestra veronese dopo la sconfitta al ballottaggio di Federico Sboarina e il mancato apparentamento con Flavio Tosi. Il neo-tesserato di Forza Italia dice: «La sconfitta del centrodestra a Verona ha un responsabile, Federico Sboarina, che rifiutando – contro la logica politica e i numeri – l’accordo al secondo turno con Forza Italia e le liste civiche che fanno riferimento al sottoscritto, ha consegnato Verona alla sinistra».
«Noi, pur fortemente critici con l’amministrazione Sboarina, con senso di responsabilità e fedeli al perimetro del centrodestra avevamo proposto al Sindaco uscente la riunificazione della coalizione al ballottaggio. Per non far vincere la sinistra e per aiutarlo poi a governare, mettendogli a disposizione la nostra esperienza. Lo avevamo fatto sia alla vigilia del primo turno (che non a caso avevamo definito le primarie della coalizione) che dal lunedì dello spoglio, quando avevamo offerto l’apparentamento ufficiale delle nostre liste. Sboarina, nonostante gli appelli all’unità del leader della Lega Salvini e del co-fondatore di Fratelli d’Italia Crosetto, non ha voluto e così ha spaccato il centrodestra. Risultato: Verona va alla sinistra dopo vent’anni».
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Continua Tosi: «Sboarina è il primo Sindaco di centrodestra a Verona a non essere rieletto dopo il primo mandato e questo la dice lunga sulle sue capacità amministrative». Dalla sconfitta di Verona, riflette Tosi, «esce ridimensionata anche Giorgia Meloni: una leader che non sa gestire il suo Sindaco più importante, che non sa farlo ragionare, come può pensare di gestire l’intero centrodestra? Inoltre per essere il nostro Premier è indispensabile avere un profilo non populista e non estremista, ma invece liberale ed europeista, caratteristiche positive oggi incardinate e rappresentate da Forza Italia».
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Poi c’è il discorso Lega: «Salvini – dice Tosi – intelligentemente ha lavorato per unire, spingendo per l’apparentamento con noi al ballottaggio. Ma non solo: Salvini, già nei mesi scorsi, non avrebbe disdegnato un appoggio al sottoscritto fin dal primo turno; se lo avessero ascoltato, forse oggi non ci sarebbe la sinistra a Verona. Ma gli si è opposto Zaia, stoppando il dialogo sui mass media sia direttamente che attraverso il suo Assessore e uomo di fiducia Marcato. Zaia del resto è stato il più acceso sostenitore di Sboarina fino all’ultimo, l’unico leader ad affiancarlo anche nella settimana del ballottaggio. Non lo ha fatto Salvini e non lo ha fatto nemmeno la Meloni, probabilmente consapevoli del suicidio politico messo in atto dal Sindaco uscente: erano sufficienti 6mila voti per rovesciare le sorti del voto, noi con Forza Italia al primo turno ne avevamo raccolti più di 24mila…».
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