Ai mondiali di rafting in Francia arriva la medaglia d’oro, conquistata dagli azzurri in finale contro il Cile. La squadra italiana di rafting è composta da quattro ragazzi, tutti veronesi: Fabio Martini, Zeno Martini, Lorenzo Mastella e Pietro Fratton. «Un risultato inaspettato», come dicono due di loro, Pietro e Lorenzo, intervenuti oggi a Buongiorno Verona Live, soprattutto se teniamo conto della giovane età e delle pressione per il confronto con atleti più grandi e dotati di maggiore esperienza.

«Il rafting si compone di tre specialità: la discesa classica o down river, la slalom e la RX. La prima consiste nel mettere il meno tempo possibile nell’attraversata di un tratto di fiume. Si tratta di una prova che richiede un grande sforzo fisico da parte della squadra. Invece, nella discesa a slalom prevale la tecnica, è necessario fare il percorso previsto nel minor tempo e e in modo pulito, senza riscontrare penalità. Infine, la RX è una prova che prevede uno scontro tra due gommoni e chi arriva primo vince. La vittoria con annesso il titolo di “campioni del mondo” viene attribuita alla squadra che in tutte le tre prove ha presentato grandi abilità e un punteggio elevato, cioè 300 punti» hanno affermato i due membri della squadra vincitrice ospiti oggi.
La scelta del rafting e come si gestisce una squadra

Il rafting è indubbiamente uno sport di nicchia. Non è facile mettere insieme quattro persone che voglio raggiungere un unico risultato. Come ci è stato raccontato dai due campioni mondiali, Pietro e Lorenzo, si parte di solito dal mondo della canoa slalom e nel caso specifico loro si allenavano al CanoaClub di Verona.
«Lavorare di squadra è importantissimo. Più si lavora insieme più il gommone va veloce e quello è lo scopo. La chiave del successo è la sinergia che si crea tra i membri dell’equipaggio. Quando abbiamo iniziato per coordinarci ci si chiamava a vicenda, poi quando i lavori si intensificavano era sufficiente uno sguardo» hanno spiegato Mastella e Fratton.
I prossimi appuntamenti sportivi
«Questo è il lato negativo della vittoria. Ora le aspettative nei nostri confronti sono molto alte. Siamo diventati la squadra da battere e quindi, dobbiamo lavorare ancora più duramente se vogliamo mantenere il nostro titolo e la nostra posizione. Per quanto riguarda le prossime gare, ci aspetta la competizione di discesa classica a fine mese in Valle d’Aosta e forse a ottobre il campionato in Brasile, Covid permettendo».
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