La denuncia di Spi CGIL Verona: «Lo SPID è inaccessibile agli anziani»

La delegazione veronese del sindacato dei pensionati denuncia il processo complicato e labirintico per attivare SPID, che mette spesso in difficoltà anziani soli che non possono contare sull'aiuto di parenti.

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La denuncia di Spi CGIL Verona: «Lo SPID è inaccessibile agli anziani»

Spi Cgil di Verona denuncia una condizione di disagio nella quale versano molte persone pensionate. Queste ultime manifestano una certa difficoltà nel completare le procedure di attivazione dello Spid (Sistema Pubblico Identità Digitale).

La documentazione richiesta per attivare lo SPID

Per attivare lo Spid occorre possedere determinati documenti e seguire un preciso iter. Per registrarsi bisogna avere un numero di cellulare e un indirizzo di posta elettronica. Poi serve un documento di riconoscimento e la tessera sanitaria in corso di validità. 

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Spi CGIL Verona: «Le terminologie tecniche e il processo sono troppo complessi per un anziano»

Adriano Filice, Segretario generale della delegazione provinciale del sindacato, spiega: «Procurarsi uno smartphone e un accesso a internet rappresenta un costo non trascurabile. A maggior ragione per le persone che vivono con la pensione integrata al minimo. Inoltre la comprensione delle terminologie tecniche (account, QRcode, captcha, url…) è lontana anni luce dalla quotidianità di molti anziani. Altra difficoltà riscontrata riguarda alcune procedure informatiche quali ripristino e verifica password, autenticazione a due fattori e altre richieste». 

Molti anziani per questo rinunciano all’attivazione di SPID

«Ne consegue che per molte anziane e anziani, in particolare per chi non può contare sull’aiuto dei parenti, questo iter diventa un vero e proprio percorso a ostacoli. Ciò molte volte porta alla rinuncia dell’attivazione del servizio. Lo Spid è però ormai indispensabile. Per questo ci domandiamo se questo strumento sia stato pensato considerando anche questa fascia di popolazione, con scarse conoscenze informatiche. Queste persone sono spesso impossibilitate a ottenere con facilità le credenziali necessarie», prosegue il Segretario.

«Dov’è la trasparenza, se non si riesce ad accedere ai servizi?»

«Valutiamo positivamente la scelta di un unico codice di accesso a tutta la pubblica amministrazione. Riteniamo inoltre necessità assoluta garantire la privacy dei cittadini. Ci domandiamo però se si sia pensato anche alle persone senza una sufficiente abilità digitale. Lo SPID garantisce trasparenza della PA, ma questa trasparenza non è garantita a coloro che faticano ad accedervi. Trasparenza è anche agilità degli strumenti che ci sono utili per accedere alla pubblica amministrazione e con lo SPID questo non è del tutto vero», conclude Filice.

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