Scuola, Nalin (+Europa): «Studenti sacrificati e dimenticati»

La portavoce di +Europa Veneto, Anna Lisa Nalin, è intervenuta stamattina su Radio Adige Tv per parlare della scuola e del rinvio fino al 31 gennaio del rientro in aula per gli studenti delle scuole superiori criticando le misure emergenziali adottate dalla Regione Veneto.

Questa settimana, in tre regioni italiane, sono iniziate le lezioni in presenza anche nelle scuole superiori: Toscana, Abruzzo e Valle d’Aosta hanno infatti riaperto le porte delle proprie aule al 50% della capienza. Tutte le altre regioni, invece, hanno spostato nuovamente l’apertura delle suole in un periodo che va dal 18 gennaio al 1° febbraio. Tra queste c’è anche il Veneto, che il 4 gennaio scorso, aveva annunciato la didattica a distanza al 100% per tutti gli studenti delle scuole superiori fino al 31 gennaio. La decisione del governatore ha destato non poche polemiche, soprattutto ha lasciato aperti dei dubbi sulla gestione dell’emergenza sanitaria anche a livello scolastico. A parlarcene è stata Anna Lisa Nalin, portavoce di +Europa Veneto.

«Noi abbiamo parlato di fallimento della scuola sia a livello governativo che regionale, dicendo che non c’è limite al peggio. Il punto è che la scuola è stata dimenticata, considerata come un comparto “Cenerentola”, su cui durante la pandemia non è valsa la pena investire e attualmente è il settore che, con una certa leggerezza e mancanza di lungimiranza, è stato sacrificato. – ha detto Nalin -Indipendentemente dal fatto che si dovesse aprire il 7 gennaio, quello che manca è una chiara strategia per raggiungere l’obiettivo che è quello di riportare i nostri ragazzi nelle scuole. Un Paese che ammaina le bandiere delle scuole è un Paese senza futuro. I nostri giovani non stanno andando a scuola da oltre 300 giorni. La critica molto dura che abbiamo fatto è questa: il Governatore Zaia ha difeso fino all’extremis il giallo e questo non è il modo. Si stanno difendendo intere categorie, ed è comprensibile, ma non si è pensato un minuto di non poter sacrificare la scuola. Nella prima ondata noi ci siamo vantati di essere il “modello Veneto”, mentre nella seconda il presidente e l’amministrazione della Regione non ne hanno azzeccata una ed è evidente dal numero dei contagi e dei decessi.

Sul piano in dieci punti proposto da +Europa: «Non si può più pensare di avere una scuola standard, dalle 8 alle 13. Sono mesi che noi abbiamo detto di organizzare i trasporti alla Regione Veneto e ad oggi non abbiamo visto un piano strategico. Abbiamo proposto anche i test in pooling, tamponi rapidi per vedere se c’è qualche infezione e abbiamo chiesto di usare i fondi del MES, ben prima di Italia Viva, per la sanità legata alla scuola e ai trasporti. Parlare del MES è come parlare di tabù in Italia, ma in realtà sarebbe uno strumento con cui investire immediatamente a tassi bassissimi. I ragazzi potrebbero dare un aiuto enorme, ma non sono visti come un interessante segmento elettorale».

Il commento sulla crisi di governo

«È una crisi difficilissima e non sono state colte indicazioni da forze politiche costruttive di opposizioni, come poteva essere anche +Europa. Ma il fianco debole il governo l’ha mostrato nella preparazione del Recovery Fund, che è un piano importantissimo per i nostri giovani. Renzi ha preso la palla al balzo creando la crisi in un momento difficilissimo per il Paese, dando anche uno spettacolo non particolarmente degno delle istituzioni. Questo era il momento di strategie e scelte importanti. Certo è che anche il governo Conte ha fatto lo sbaglio di essere troppo soggetto alle pressioni del M5S: se ci fosse stata l’apertura sul MES, ci sarebbe stato un beneficio immediato alla sanità, scuola e trasporti. Per motivi ideologici, invece, le pressioni sono state tali che il governo non ha potuto seguire i consigli arrivati da più parti per l’utilizzo di questi fondi. Questa crisi dovrà essere risolta in Parlamento, eventualmente anche con una persona diversa dal premier Conte se questo potesse portare unità di intenti e chiarezza sui piani per utilizzare i fondi europei».

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