Rilancio dei soci pubblici per il Catullo? Pasetto: «Una favoletta»

Per il presidente di Area Liberal Giorgio Pasetto, dietro le dichiarazioni di buoni intenti annunciate negli scorsi giorni dai soci pubblici dello scalo veronese di partecipare all'aumento di capitale, si nasconde ben altro.

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L'aeroporto Valerio Catullo di Villafranca-Verona

Il 9 aprile scorso, con una conferenza stampa a Palazzo Barbieri, è stata annunciata la messa in liquidazione di Aerogest Srl, la società costituita tra il Comune di Verona (9,978%), la Provincia di Verona (20,706%), la Provincia Autonoma di Trento (30,266%) e la Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Verona (39,050%), che ha avuto fino a questo momento un ruolo di gestione della partecipazione nella società Aeroporto Catullo S.p.A. (47,015% del capitale sociale) assieme a a SAVE Spa (41,805%), Provincia di Bolzano (3,584%), Fondazione Cariverona (2,895%), Provincia di Brescia (2,091%) e altri Enti (2,609%).

Giorgio Pasetto
Giorgio Pasetto

La notizia positiva data nel medesimo contesto è stata quella che annunciava la volontà dei soci pubblici di rimanere comunque uniti e compatti, attraverso un nuovo accordo, nel partecipare a un aumento di capitale di circa 30 milioni di euro per il rilancio dello scalo scaligero.

A commentare sarcasticamente questo annuncio è il presidente di Area Liberal Giorgio Pasetto che dichiara: «Spacciano questa mossa come un investimento generoso che punta ad un rilancio. Ma la realtà è ben diversa e i veronesi lo devono sapere! La gestione Save – che non verrà minimamente toccata – ha affossato il nostro scalo e continuerà a farlo».

«Tanto per aver un’idea, il vicino aeroporto di Bologna, diretto concorrente, sta investendo 350 milioni. Sì, dieci volte tanto, mentre negli anni il Catullo ha rinunciato alla sua ambizione naturale di scalo leder del nord-est: il suo traffico passeggeri è diventato inferiore a quello dell’Aeroporto di Treviso, ha il record nazionale di lentezza (oltre 10 anni) nel recuperare il numero di passeggeri pre-crisi del 2007, è diventato di fatto una succursale del Marco Polo di Venezia… non basta? Ecco come stanno davvero le cose».

«L’aumento di capitale consentirà di pagare gli stipendi nei prossimi anni mentre varrà messo in atto quel ridimensionamento pilotato ormai da anni inseguito da SAVE e consentito dai soci pubblici. I soci pubblici Veronesi sono più attenti a seguire SAVE in questa missione suicida invece di trovare le soluzioni che avrebbero favorito il rilancio dello scalo grazie a investimenti ambiziosi ed importanti attesi da decenni. – prosegue Pasetto – Si sono infilati in un vicolo cieco. Se non partecipano all’aumento regalano l’aeroporto a Save. Se partecipano buttano dei soldi perché tanto non vogliono/non sono capaci di essere una controparte vera di Save che dunque continuerà a fare quello che vuole».

«Cosa andrebbe invece fatto? Indire una gara internazionale seria, affidarsi a studi tecnici, magari coinvolgendo le migliori professionalità e i migliori progettisti del territorio, nominare un AD a tempo pieno, una testa pensante in grado di traghettare la società fuori dalle secche della pandemia, ma soprattutto di elaborare una strategia, senza prendere in giro i veronesi» conclude il presidente di Area Liberal.

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