In Veneto tutte le scuole di ogni ordine e grado sono state chiuse in seguito al passaggio in zona rossa: i comitati cittadini di Ridateci la scuola, E la scuola No e Rete studenti medi avevano annunciato negli scorsi giorni una manifestazione per riaffermare la necessità della presenza degli alunni in classe.
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La diretta da piazza Bra
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Le voci
Oggi tanti cittadini e genitori in piazza per ribadire l’importanza di riaprire le scuole in scurezza. Presente anche il regista Alessandro Anderloni. Nel video seguente le sue parole e quelle di altre persone raggiunte durante la manifestazione.
Abbiamo raccolto le testimonianze di una mamma di San Giovanni Lupatoto, Caterina Ugoli, e di un papà di Borgo Venezia, Stefano Cera. Anche le famiglie sono provate per la chiusura della scuola.
I commento dei comitati organizzatori
«Siamo molto soddisfatte della partecipazione corale che ha contato oltre mille persone», affermano Rachele Peter e Giulia Ferrari fondatrici di Ridatecilascuola, movimento di opinione che da maggio dell’anno scorso è attivo con diverse iniziative.
«Una piazza gremita di famiglie, insegnanti, dirigenti, mamme, bambini e adolescenti per dire che la scuola si fa a scuola, che la dad non è una soluzione e che è necessario far tornare in classe tutti gli studenti di ogni ordine e grado. In piazza Bra zainetti, striscioni, cartelli colorati e cori festanti chiedevano a gran voce “ridateci la scuola!”».
La lettura di un brano di Asimov ha dato lo spunto ad una riflessione sul significato di che cosa sia la scuola. Nel suo intervento Giulia Ferrari, ha ribadito «l’importanza di una scuola aperta a tutti e a tutte, quale organo vitale di uno stato autenticamente democratico e che sia in grado di tradurre il diritto di eguaglianza in realtà. È infatti attraverso l’istruzione che si pongono le basi degli strumenti culturali che daranno a ragazze e ragazzi pari opportunità».
E la scuola no!, attraverso la voce di Valentina Infante, ha messo l’accento sulla «parità di genere in una società dove la cura e la gestione dei figli, anche in dad, ricade sulla donna, costretta a sacrificare e talvolta a rinunciare al lavoro».
Rachele Peter ha ricordato «i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori che più di tutti hanno dovuto rinunciare alla scuola, e che sono ormai prostrati dall’isolamento e dalla mancanza di spazi di relazione e di condivisione».
Camilla Velotta, coordinatrice della Rete Studenti Medi di Verona, ha richiamato «la necessità di investimenti strutturali sulla scuola per la tutela del futuro di un’intera generazione».
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