Pm10: confermata l’allerta arancione a Verona, San Bonifacio e Legnago
Prosegue l’allerta 1-arancione per il superamento di Pm10 a Verona. Fino a venerdì 28 gennaio compreso, resta in vigore il divieto di circolazione – attivo da ieri – per tutte le auto diesel euro 4 ed euro 5 private, dalle 8.30 alle 18.30. Stop anche ai veicoli a benzina euro 2, ai diesel commerciali euro 4 e ai ciclomotori euro 1.
La stazione fissa al Giarol Grande registra, da 6 giorni consecutivi, il superamento del valore limite giornaliero di Pm10, fissato a 50 microgrammi/metro cubo.
«Si sta verificando in Veneto e in altre regioni del bacino padano un episodio di prolungato accumulo di polveri» scrive l’Arpav in un proprio comunicato. «Si premette che episodi di accumulo prolungati si sono già verificati con una certa frequenza anche negli scorsi anni, specialmente nei mesi di gennaio e febbraio».
Da inizio anno la centralina di Giarol Grande – quella su cui sono basati i bollettini – ha già registrato 11 superamenti giornalieri, mentre quella di Borgo Milano addirittura 14. Non va meglio nelle aree di Legnago e San Bonifacio, arrivate in allerta 1 anche prima di Verona. Qui i superamenti da inizio anno sono già 15 per entrambe. Le altre città del Veneto: Padova, Treviso, Vicenza e Venezia erano e restano in rosso, Rovigo in arancione e Belluno in verde.
LEGGI ANCHE: La proposta di Bozza: «Tamponi direttamente a scuola e convenzioni con le farmacie»
«Ieri le concentrazioni giornaliere di polveri sono state inferiori al valore limite in molte aree del Veneto che attualmente si trovano in allerta arancio o rossa» spiega Arpav. «Tuttavia i livelli di allerta rimangono sostanzialmente invariati poiché la condizione di rientro al livello verde dalle allerte arancio e rosso è di due giorni consecutivi».
«La condizione di rientro al livello verde dalle allerte arancio e rosso infatti è di due giorni consecutivi di rispetto dal valore limite giornaliero e, nonostante la riduzione delle concentrazioni di PM10 di ieri la previsione attesta ancora il superamento».

A Verona il 20 e 21 gennaio la concentrazione di inquinanti era di 61 microgr/mc, sabato 22 gennaio di 51 e domenica 23 gennaio di nuovo di 61. Questi dati avevano fatto scattare la prima allerta. Gli sforamenti sono proseguiti anche lunedì 24 gennaio con 61 microgr/mc e ieri, martedì 25 gennaio, hanno toccato quota 74.
«Rispetto alla situazione pesante degli anni passati, dal 2009 è in atto una progressiva riduzione degli sforamenti annui» ricordava a inizio settimana l’assessora Ilaria Segala.
LEGGI ANCHE: Palù, ritrovato l’uomo che ha accoltellato la moglie
L’area di Verona
Per quanto riguarda l’agglomerato di Verona, gli altri Comuni interessati dall’allerta arancio sono Bussolengo, Buttapietra, Castel D’Azzano, Fumane, Grezzana, Lavagno, Mezzane di Sotto, Negrar, Pescantina, San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo, San Pietro in Cariano, Sommacampagna, Sona, Villafranca. Anche gli agglomerati di Legnago e San Bonifacio sono arancio.
LEGGI ANCHE: Ospedale Legnago: primo prelievo multiorgano con espianto di polmone
Altri divieti con l’allerta arancione
Si ricorda che, con l’allerta arancio, sono in vigore anche il divieto di utilizzare generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa (in presenza di impianto di riscaldamento alternativo), aventi prestazioni energetiche ed emissive che non siano in grado di rispettare i valori previsti almeno per la classe 3 stelle. E il divieto di spandimento di liquami zootecnici, fatti salvi gli spandimenti mediante iniezione o con interramento immediato. La temperatura degli edifici classificati come residenza e assimilabili e degli edifici pubblici dovrà essere ridotta di ulteriore 1° C, quindi passare da 19° C a 18° C.
Invariate le deroghe ai blocchi, consultabili sul sito del Comune.
A Verona critiche dal Pd

Per quanto riguarda lo stop ai veicoli diesel privati Euro 4 e 5, il Partito Democratico di Verona parla di «misura classista che penalizza chi non ha i soldi per cambiare una macchina a metà vita».
«Il condizionale è d’obbligo – scrivono in una nota i consiglieri comunali Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani –, visto che nella realtà le deroghe sono tante e tali da rendere praticamente inefficaci anche questi blocchi del traffico. Avremo dunque i disagi, l’incombenza delle multe (per chi non può permettersi di pagarle), ma nessuna seria ed efficace azione di risanamento dell’aria».
Le proposte: «Una cosa può fare l’amministrazione da subito per tentare di rimediare a questo fallimento: istituire nuove corsie preferenziali per i bus, secondo il piano approvato per il filobus (in pratica anticipare il provvedimento) e istituire nuove corsie e piste ciclabili di collegamento tra il centro e le periferie, che i quartieri aspettano da anni. Ma Sboarina avrà la volontà politica di farlo?».
Ricevi il Daily! È gratis
👉 VUOI RICEVERE OGNI SERA IL QUOTIDIANO MULTIMEDIALE VERONA DAILY?
👉 È GRATUITO!
👉 CLICCA QUI E SEGUI LE ISTRUZIONI
PER RICEVERLO VIA EMAIL O WHATSAPP
(se scegli WhatsApp ricorda di salvare il numero in rubrica)
OPPURE
👉 CLICCA QUI PER ISCRIVERTI AL CANALE TELEGRAM