Continuano le interviste ai candidati delle elezioni amministrative per il Comune di Verona negli studi di Verona Network. Oggi è la volta di Paola Barollo, candidata sindaco del gruppo Costituzione Verona Libero Pensiero. Alla luce dell’incidente che ha subito 20 anni fa, Barollo si propone come sindaco per rimettere al centro le esigenze delle persone più fragili come disabili e anziani e per costruire una Verona più inclusiva e accessibile per tutti.
Partiamo dal nome Costituzione Verona Libero Pensiero. Come mai avete rinominato la vostra lista con questo nome e come si è avvicinata a questo gruppo?
Questo nome è nato perché pensiamo che tutti i diritti si basino sulla Costituzione italiana e crediamo molto nel libero pensiero e quindi nella libertà di parola e nella libertà di ogni singolo individuo nella gestione della propria vita, sempre nel rispetto degli altri, ovviamente. Il gruppo ha trovato me tramite delle conoscenze. Abbiamo fatto una chiacchierata insieme e mi sono stati spiegati i punti focali del gruppo e il programma e mi sono riconosciuta in questa lista.
Guarda l’intervista su Radio Adige Tv
Ci vuole innanzitutto coraggio per candidarsi come sindaco di una città come Verona. Non la spaventa?
Ci vuole coraggio ormai per tutto. Nel mio vissuto personale questa candidatura è stata un’impresa coraggiosa, ma direi che ho dovuto affrontare altre sfide ben maggiori. Non ritengo che sia una passeggiata candidarsi come sindaco a Verona, ma ho già passato alcune situazioni difficili nella mia vita. Questa è quindi un’ulteriore sfida che ho accettato di buon grado.
In questi vent’anni ho cercato di fare delle cose e non sono stata ascoltata, credo come tanti nella mia condizione, e allora ho deciso di attivarmi in prima persona. Una persona si immagina cosa è la vita in sedia a rotelle, ma forse riesce a immaginare solamente 1/10. Al di là della difficoltà oggettiva, c’è proprio anche un calpestare la dignità della persona.
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Chiaramente è scesa in campo principalmente per affrontare anche il tema della disabilità e per abbattere quelle barriere architettoniche che spesso sono soprattutto nella testa delle persone e che non tengono conto a volte di alcuni diritti fondamentali.
Verona è una città quasi di anziani e in futuro ce ne saranno ancora di più. Ci sono delle difficoltà non solo per le persone disabili ma anche le persone in età avanzata. Voglio quindi pensare a quella persona che è comunque inabile, all’anziano, alla mamma con la carrozzina o con il bambino per mano e sono persone che fanno fatica e non devono vivere della difficoltà.
Uno dei primi accostamenti che è stata fatta è stato fatto a Costituzione Verona è l’immagine di un partito No VAX, contrario ai vaccini. In realtà possiamo assolutamente smentire questa cosa perché lei stessa ha tre vaccinazioni. Il pensiero che sta dietro è leggermente diverso. Ce lo vuole spiegare?
Io sono vaccinata e quindi non mi considero assolutamente una No Vax. Non voglio essere assolutamente citata in questo senso, perché non lo sono. La nostra lista è a favore della libertà di pensiero e bisogna rispettare chi non vuole vaccinarsi perché siamo un Paese civile e democratico e quindi è giusto che ogni persona decida cosa fare nella sua vita.
Voi contestate gli obblighi vaccinali che sono stati introdotti, come per esempio quello per gli over 50. Quello è un diritto calpestato secondo voi?
Ci rifacciamo sempre alla Costituzione italiana, per cui non bisogna ledere e limitare la libertà di fare quello che un individuo vuole, di conseguenza non trovo giusto che bisogni obbligare le persone a fare qualcosa perché devono essere libere di scegliere.
Quindi di conseguenza anche il green passa come strumento. Ritenete una forzatura?
Il Green Pass è assolutamente una forzatura. Io ho fatto i tre vaccini e mi sono anche ammalata di Covid-19. Ho trovato strano che, per esempio, il mio Green Pass funzionasse anche nel periodo in cui io ero malata e sono rimasta a casa da brava cittadina. Quindi l’ho trovato con dei limiti e comunque non esiste che io per entrare in un locale debba mostrare un documento o una specie di passaporto.
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Che idea della città a misura di Paola Barollo? Se le venisse consentita la possibilità di diventare sindaco o di avere un ruolo comunque importante, magari di assessore o di consigliere all’interno della prossima amministrazione? Che tipo di desiderio ha nell’immaginare nel disegnare una città come, come vuole e come desidera?
Mi rendo conto che Verona è una città storica e antica e che non si possono abbattere tutte le barriere che ci sono. Vorrei però che ci fosse molta più attenzione da parte di chi costruisce e progetta le strutture nuove, dove spesso ci sono solo dei gradini o degli scivoli poco praticabili per chi ha problemi motori. In vista dell’inaugurazione delle Paralimpiadi nel 2026, Verona dovrà essere pronta. Non sarà possibile sistemare tutto a misura di noi disabili, ma potremmo metterci un pizzico di impegno in più.
Ci sono poi tante associazioni di volontariato a Verona molto attive. Quello che intendiamo fare con il nostro programma è accorciare proprio la distanza che c’è fra le istituzioni e la persona che ha bisogno. Questo è il punto focale per cui ho scelto anche di candidarmi.
Quanto bisogno c’è di recuperare la socialità? La Pandemia quanto ha segnato anche il mondo delle fasce più fragili della popolazione, non solo delle disabilità ma anche quella anziana?
La Pandemia ci ha isolati e ci ha messi un po’ l’uno contro l’altro, chiusi in casa. Il Covid ha fatto dei gran danni che si stanno ripercuotendo tuttora, anche e soprattutto sui giovani. Ha fatto sì che tutti ci isolassimo moltissimo. Non c’è più stata vita sociale e ci siamo anche un po’ abituati dopo questi due anni da soli. Quindi c’è bisogno di ritrovarci un po’ tutti.
In vista delle elezioni del 12 giugno cosa spera per lei e per il gruppo che la sostiene?
Mi auguro intanto di essere all’altezza del compito che mi è stato dato e per questo ringrazio tantissimo la mia lista. Sono veramente grata a questo gruppo che mi ha dato la possibilità e l’opportunità perlomeno di dire quello che penso a favore delle persone più deboli e più disagiate. Vedremo poi cosa succederà dopo la data delle elezioni.
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