L’obiettivo è tutelare la salute del lago, zona strategica dal punto di vista turistico e ambientale. L’iter è ancora allo stato preliminare, tra una decina di giorni il progetto verrà consegnato all’azienda Gardesana Servizi che gestisce i 20 comuni della zona lacustre scaligera.

Michele Cimolini, tecnico di Ags e referente per chi segue lo studio di progettazione del nuovo collettore per la sponda veronese, ripercorre l’iter dell’opera. «Abbiamo affidato lo scorso autunno il progetto definitivo, che è stato consegnato ai primi di maggio. Ora è in fase di revisione, in base alle indicazioni che abbiamo ricevuto dall’amministrazione e che abbiamo dato noi come ente gestore del servizio idrico integrato sul Garda. Stiamo definendo i dettagli, il progetto dovrebbe essere pronto entro dieci o 15 giorni

«È un’opera fondamentale per tutto il territorio – continua Cimolini – in quanto l’attuale sistema di collettamento è ormai superato, è giunto da anni a fine vita tecnica. Urge un rinnovamento e una parziale revisione del principio alla base del sistema.»

Il collettore è attivo dagli anni ’80, in alcuni punti persino dai ’60. Dal 2014 è stato avviato un progetto preliminare per eliminare le condotte sub-lacuali, ristrutturare l’intero sistema e separare i reflui tra la sponda veronese e quella bresciana. Solo Sirmione e Desenzano, come già noto, resteranno in carico al depuratore di Peschiera che scarica comunque nel Mincio.

«Le ipotesi di posare le tubazioni interamente sulla Gardesana previste nel preliminare rappresentano un ostacolo importante all’opera, che comporterebbe costi specifici molto più elevati rispetto a quelli ipotizzati», fa presente il direttore generale di Ags, Carlo Alberto Voi. «Stiamo analizzando caso per caso, in sinergia con i singoli comuni, con l’ipotesi di condotte anche su tratti di ciclabili o marciapiedi, oltre che sulla riva del Garda, in punti facilmente ispezionabili in caso di manutenzioni e pulizie. Saranno tubature in ghisa dura, ideali per tenuta e durabilità e, in sinergia con l’Ato e la Regione si sta valutando di sostituire alcuni tratti tra Garda e Peschiera».

Il budget complessivo, per la sponda veronese, è di 85 milioni di euro, di cui 45 messi a disposizione dal Ministero a fondo perduto e il resto suddiviso tra la Regione, i Comuni e l’Ags, attraverso la tariffa in bolletta.

«La condotta del Garda – spiega il presidente dell’Ordine degli Ingegneri Andrea Falsirollo – è una cosa di cui si parla da parecchio tempo, l’abbiamo sempre seguito con la nostra commissione ambiente e abbiamo voluto presentare ai nostri iscritti lo stato dell’arte, in concomitanza con l’analisi delle acque da parte di Legambiente

Pochi giorni fa, infatti, Legambiente ha diffuso i dati relativi al monitoraggio dell’inquinamento sul Garda. Come evidenzia la presidente di Legambiente Verona Chiara Martinelli, per la prima volta dopo dieci anni i livelli di inquinamento sono positivi in quasi tutti i punti di rilevamento. Restano critici, invece, i valori sulla sponda Bresciana. «Per quanto riguarda le microplastiche – precisa la Martinelli – l’anno scorso abbiamo trovato 34 mila particelle di plastica ogni chilometro di acqua, un dato preoccupanti. L’aggiornamento degli ultimi rilievi sarà pronto per settembre.»