Sono centinaia i messaggi di cordoglio che in queste ore stanno arrivando alla famiglia Lonardi per la scomparsa di Attilio, costruttore non ancora sessantenne, leader dell’azienda omonima fondata nella nostra città nel 1911.
Chi lo ha conosciuto lo descrive come un uomo di poche parole, ma sempre gentile e disponibile con tutti. Già ieri il presidente e il vicepresidente della Scaligera Basket, Gianluigi e Giorgio Pedrollo, avevano espresso cordoglio per un uomo che «ha sempre dimostrato grande vicinanza al mondo del basket veronese diventando nel corso degli anni anche sponsor del club».
Lonardi, infatti, nelle ultime stagioni, aveva sempre seguito le gare interne dei gialloblù dalla prima fila del parterre con grande interesse facendo diventare, la partita di basket, un appuntamento fisso nelle proprie domeniche.
Anche il senatore e amico Massimo si è espresso per la morte di Lonardi con un post su FB: «Triste per Attilio. Ogni anno un amico per un motivo o l’altro ci lascia. Siamo appesi ad un filo. Il peso della terra sia lieve per i nostri amici. Riposino in pace».

Questa mattina l’assessore all’urbanistica del Comune di Verona, e ingegnere, Ilaria Segala, sul suo profilo ha scritto: «Ci ha lasciato troppo presto, lascia molti progetti in corso e alcuni sogni per la Verona che tanto amava. Determinato, concreto, instancabile lavoratore, nell’ultima telefonata dall’ospedale abbiamo parlato della variante 23 e delle ex cartiere».
Segala ricorda anche le circostanze professionali che le avevano permesso di conoscere bene Attilio Lonardi, fino a ieri vicepresidente vicario dell’Ance e presidente Commissione Edilizia, Promozione Edilizia e Territorio sempre della stessa associazione: «Ci conosciamo da quando ero giovane ingegnere sul campo in alcuni suoi cantieri o entrambi delegati, io per l’ordine ingegneri e lui per Ance negli incontri che riguardavano l’urbanistica. Ultimamente aveva abbracciato una delle mie battaglie sulle barriere architettoniche, avendo provato sulla sua pelle quanti edifici non sono accessibili, ricordo una discussione sulla sede della società letteraria dove, a suon di negativi della soprintendenza, ancora non si è trovata la quadra giusta per abbattere quella barriera».