Un museo perenne dedicato alla lirica e non solo: alla radio, alle tecnologie del passato e tanto altro. Questo è quello che può offrire alla città la collezione della famiglia Chiantera che, negli anni scorsi, ha fondato il museo della radio (rimasto ora senza una casa), e che per questa estate ha offerto a cittadini e turisti una mostra temporanea (ancora aperta) dedicata al mondo della lirica. In esposizione ci sono veri e propri gioielli, di cui ci ha parlato, durante la trasmissione “Protagonisti”, il curatore della mostra e del museo, Francesco Chiantera, che ora chiede a gran voce una casa definitiva per la collezione di famiglia.
«Tutto nasce dall’idea di papà, collezionista, storico, fondatore del Museo della Radio più di 40 anni fa. E poi, con l’andare degli anni, c’è stata una marea incredibile di donazioni. Abbiamo ricevuto un sacco di donazioni che ci ha permesso di arrivare a un museo totalmente dedicato alla comunicazione. Se perdiamo quello che ha creato l’attuale terzo millennio è la fine» ha spiegato Chiantera.
«Inizialmente il museo era nell’Istituto Ferraris, poi improvvisamente per problemi di sicurezza, nel 2018, ci hanno bloccato. Dal 2018 in poi è stato sempre un vagare. Abbiamo cominciato a fare la mostra a Porta Nuova ed è andata benissimo. Da allora mi sono fatto la domanda e ho detto: “Ma perché ci sono un sacco di contenitori vuoti, tante porte assegnate ad associazioni. Anche noi siamo un’associazione”. Quindi ho chiesto Porta Nuova e mi è stata assegnata. Poi c’è stato il cambio di amministrazione e quant’altro. Adesso spero si riesca a intavolare di nuovo un discorso su Porta Nuova. C’è un progetto importante: totalmente eco-compatibile e ad impatto zero, cioè un museo assolutamente che si gestisce da solo a livello energetico.
Sulla mostra dedicata alla lirica: «Abbiamo questo patrimonio e abbiamo pensato di farlo vedere. – conclude Chiantera – Abbiamo scatti inediti di Maria Callas, documenti inediti di Maria Callas, la poltrona di Zenatello, e tanto altro. Sono venuti tantissimi veronesi, tantissimi docenti e mi hanno chiesto se potevano quest’inverno portare in visite le scuole. Speriamo di poterlo fare».