Migranti sul territorio, Ceni: «Comuni abbandonati»

L’assessora al Sociale di Verona Luisa Ceni ha partecipato ieri a Roma alla riunione dell’Anci dedicata al tema immigrazione. I Comuni chiedono al Governo di fare la propria parte nella gestione dei migranti sul territorio.

Luisa Ceni
L'assessora ai Servizi sociali Luisa Ceni
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L’assessora alle Politiche sociali del Comune di Verona Luisa Ceni ha partecipato ieri a Roma alla Riunione della Commissione immigrazione dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani.

Il tema è quello dei migranti, che arrivano sui territori comunali sia attraverso i canali “noti”, come gli sbarchi a Lampedusa sotto gli occhi di tutti, sia attraverso altre rotte o perché respinti da altri stati. «Stiamo parlando di persone, che vengono lasciate in balìa delle amministrazioni comunali» ha dichiarato oggi l’assessora Ceni al margine della riunione di giunta. «Specialmente per quanto riguarda i minori non accompagnati, la normativa prevede la presa in carico dello Stato, misura però spesso disattesa».

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Guarda l’intervista all’assessora Ceni

Guarda l’intervista all’assessora Zivelonghi

«La percezione di insicurezza è legata alle persone che sono sulla strada» puntualizza l’assessora alla Sicurezza Stefania Zivelonghi. Situazioni come risse e degrado sono «l’effetto dell’inadeguatezza di tutto ciò che è accaduto prima del loro arrivo sui nostri territori».

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La nota condivisa fra i comuni di Padova, Vicenza, Rovigo e Verona

Gli amministratori dei Comuni di Padova (assessora al Sociale Margherita Colonnello), Vicenza (assessore alle Politiche sociali Matteo Tosetto) e Rovigo (assessora alle Politiche sociali Mirella Zambello), insieme all’assessora alle Politiche sociali Luisa Ceni per il Comune di Verona, hanno deciso di firmare una nota condivisa.

«Abbiamo partecipato alla commissione immigrazione convocata per oggi da Anci nazionale durante la quale abbiamo condiviso le proposte predisposte dall’assemblea a tal punto da sostenerle e ritenerle essenziali come linee guida da sottoporre al Governo per la gestione da parte delle nostre Città di un tema quanto mai sensibile e delicato qual è l’immigrazione e le sue ripercussioni all’interno dei territori comunali.

In primo luogo condividiamo la richiesta che sia lo Stato centrale a prendersi capo della gestione dei cosiddetti “fuori quota” ovvero quei migranti, soprattutto provenienti dalla rotta balcanica, che arrivano nel nostro territorio in modo irregolare e spontaneo e che, quindi, vengono accolti in strutture di accoglienza messe a disposizione del singoli Comuni. Un processo che, con spirito di solidarietà, abbiamo il compito di gestire, ma che ha delle ingenti ricadute economiche sui bilanci dei nostri Comuni. Mentre gli sbarchi a Lampedusa generano scalpore con pesanti ricadute sociali e di sicurezza nei nostri territori.

Riteniamo poi pienamente corretta la posizione dei Comuni italiani nel richiedere di implementare il SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) con ulteriori 5000 posti proprio in considerazione delle attuali presenze, dei trend di arrivo e dei dati di turn over e, soprattutto, di inserire una “clausola di Salvaguardia”, estremamente necessaria per i Comuni, così come prevista già dalla direttiva del Ministero dell’Interno dell’11 ottobre del 2016. E’ fondamentale inoltre che i Comuni che già appartengono alla rete SAI siano esentati dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza nella misura in cui il numero di posti SAI soddisfi la quota di posti assegnata a ciascun Comune.

Resta tema di maggior criticità l’accoglienza dei minori non accompagnati: bisogna stabilire e strutturare una rete di centri di prima accoglienza esclusivamente a carico e sotto la responsabilità del Ministero dell’Interno e delle relative strutture periferiche. In questi centri si procederà, in un tempo massimo di 45/60 giorni, all’identificazione e all’accertamento dell’età, del controllo sanitario e la verifica di parenti sul territorio. Concluso questo iter i minori non accompagnati saranno trasferiti esclusivamente in strutture del SAI i cui posti devono, come già sottolineato, essere ampliati.

Sia per i minori che per gli adulti, si deve prevedere il pieno coinvolgimento del Terzo settore. Anche per quanto attiene i CAS, è fondamentale gestire l’emergenza in collaborazione con le prefetture.

Indispensabile, inoltre, rafforzare e potenziare gli uffici immigrazione delle Questure per velocizzare l’identificazione e la regolarizzazione degli immigrati. In una situazione così ampiamente drammatica, non possiamo, infine, che ribadire la nostra forte preoccupazione sugli effetti del cosiddetto “decreto Cutro” che limita fortemente la protezione speciale con il rischio di un aumento dei migranti irregolari sul territorio».

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