Dopo il caos sull’abolizione del numero chiuso in Medicina, poi smentito, insorge anche Verona. Il presidente del corso di Laurea Zamboni: “abolire il numero chiuso comporterebbe uno spreco di tempo, risorse e soldi per gli studenti”
“Prima di abolire il numero chiuso, si dia lavoro a quei medici specialisti che non lo hanno trovato”. E’ chiara la posizione del presidente del Corso di Laurea in Medicina dell’Università di Verona Mauro Zamboni in merito all’abolizione del numero chiuso comparso ieri come un lampo tra le voci del comunicato stampa che annuncia la manovra economica del governo. Poi il passo indietro della presidenza del Consiglio dei ministri, che ha chiarito dicendo che si tratta di un “obiettivo di medio termine”, da raggiungere quindi gradualmente. Ma a Verona, il numero chiuso è “garanzia di qualità”, e non solo.
Quest’anno all’ateneo scaligero hanno tentato in 1600 ad accedere, e solo 180 ce l’hanno fatta. “Come si può immaginare di mettere 67mila persone nella scuola di Medicina, di che capienze di aule, di che aule avremmo bisogno? In qualche modo li fermiamo “alla francese” dopo il primo anno. Questo significa per gli studenti uno spreco di risorse, tempo, soldi. La cosa è inammissibile.”
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