«Bisogna andare avanti fino alla sconfitta definitiva mafia» dice il Capo dello Stato nell’anniversario della strage di Capaci.
A 27 anni dalla strage di Capaci, il presidente Sergio Mattarella ricorda i giudici Falcone e Borsellino. «Il loro sacrificio è divenuto motore di una riscossa di civiltà, che ha dato forza allo Stato nell’azione di contrasto e ha reso ancor più esigente il dovere dei cittadini e delle comunità di fare la propria parte per prosciugare i bacini in cui vivono le mafie». Così il presidente della Repubblica. «La riscossa ha già prodotto risultati importanti. Ma deve proseguire. Fino alla sconfitta definitiva della mafia».
«Falcone e Borsellino hanno cominciato a battere (la mafia, ndr) con il loro lavoro coraggioso, con innovativi metodi di indagine, con l’azione nei processi, con il dialogo nella società, nelle scuole, soprattutto con una speciale attenzione all’educazione dei giovani». Ha aggiunto il Presidente.
Falcone «avrebbe da pochi giorni festeggiato i suoi 80 anni. La mafia sanguinaria ha spezzato la sua vita, ma non il suo esempio di magistrato, il suo insegnamento di uomo delle istituzioni, la sua testimonianza civile». Falcone, aggiunge Mattarella, «come Terranova, Costa, Chinnici, non era mai arretrato davanti alla minaccia criminale. Anzi, è stato determinante nel costruire strumenti più idonei di contrasto alla mafia, istruendo il primo maxi-processo, contribuendo a far nascere la Procura nazionale e le Direzioni distrettuali antimafia. L’eredità costituita dalle sue conoscenze, dalla sua tenacia, dal suo rigore etico, è un patrimonio preziosissimo». (Ansa)