Uno spazio tra due sedute lasciato vuoto, è così che nasce la panchina inclusiva. La prima a Verona è stata posizionata lunedì in piazza San Zeno, le altre quattro hanno trovato posto in piazzale XXV Aprile in zona Stazione, piazza Isolo, piazza Nikolajewka (via Scuderlando) e in via don Giacomo Trevisani sul percorso ciclopedonale di San Massimo.
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Le critiche mosse
Non sono mancate le polemiche sui social, però. Le prime perplessità in merito a questa tipologia di panchine sono arrivate ad aprile, dall’attivista Iacopo Melio.
«Il posto per le carrozzine c’è già: a sinistra o a destra di ogni panchina comune. O magari davanti, in senso opposto, per vedersi in faccia. Fine. “Forzare” un posto apposito significa enfatizzare la disabilità, e questa non è vera inclusione ma “abilismo indiretto”, cioè discriminazione (non intenzionale, ci mancherebbe, ma ugualmente dannosa perché alimenta un’idea tecnicamente sbagliata dell’accessibilità e dell’inclusione)».
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La replica dell’assessore Federico Benini
L’assessore Benini ha replicato prontamente a questa e alle altre accuse arrivate dal mondo social: «C’è chi dice che uno sulla carrozzina può stare di lato oppure di fronte. Io invece penso che sia giusto che l’arredo urbano di una città debba essere rivolto a tutti e debba dare a tutte le stesse possibilità di utilizzo. Questo delle panchine non è solo un segnale, ma sarà il primo di una serie di interventi nei quartieri volti a includere tutti».
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