La Verona che non ti aspetti nella web app “FoodWalk”

Il cofondatore dell'applicazione Foodwalk ci racconta il suo museo digitale veronese che raccoglie aneddoti e storie sconosciute sulla città.

Michael Cortelletti, cofondatore dell'app Foodwalk
Michael Cortelletti, cofondatore dell'app Foodwalk.
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Tradizioni culinarie, storia, cultura e leggende veronesi sono state racchiuse nella web app Foodwalk. Michele Cortelletti, cofondatore dell’applicazione, ci racconta com’è nata l’idea di creare un museo digitale, con diversi itinerari, alla scoperta di aneddoti e storie che probabilmente nemmeno i veronesi conoscono.

Che cos’è Foodwalk? Come siete arrivati a idearla?

Abbiamo pensato di creare qualcosa che permettesse ai veronesi di scoprire quei lati della loro città che ancora non conoscono. Verona è ricca di cultura e di tradizioni culinarie. Ma come le possiamo unire? Quando abbiamo fatto un lavoro di ricerca in collaborazione con l’Università di Verona, la nostra idea di partenza era quella di creare un museo digitale che fosse diffuso nella città, come diffusi sono i nostri locali: i nostri locali sono l’esperienza reale, mentre la cultura che parla al nostro intelletto può essere l’esperienza digitale. Abbiamo così iniziato con una squadra di giovani ricercatori a scoprire aspetti della nostra storia e della nostra cultura che sono trascurati o poco conosciuti. Abbiamo ideato diversi percorsi, anche provocatori, come la città delittuosa che mette in luce gli aspetti più macabri e scabrosi della nostra città.

Tra l’altro voi avete vinto anche un bando per questa web app giusto? E come funziona la vostra creazione?

La web app è stata ottimizzata per gli smartphone. Se vi scaricate sulla home il link alla web app, la potete poi aprire in qualsiasi momento. Potete dunque camminare per la città facendovi accompagnare da foto, immagini e testi che vi fanno notare aspetti che magari trascurate. I

l bando che abbiamo vinto è un bando regionale e attinge dai fondi sociali europei. è inquadrato nel cosiddetto progetto “atelier aziendali”. L’idea della Regione è quella di promuovere la capacità delle aziende di fare cultura e territorio. Abbiamo allora pensato di metterci al servizio del territorio creando punti di incontro e di ingresso per un viaggio di cultura digitale. Invece del classico luogo fisso statico, abbiamo pensato di creare un museo digitale che possa quindi creare meno problemi anche all’ambiente. Siamo online da due mesi e abbiamo avuto quasi 5mila utenti che si sono loggati e sono state visitate 8mila pagine sull’app. Speriamo che questa applicazione venga accolta e usata anche dai giovani.

Lei che è cresciuto qui a Verona, tra l’altro nel centro storico, conoscevi le storie che sono state poi inserite su Foodwalk?

Assolutamente no. Molte di queste storie erano del tutto sconosciute. Io stesso e mi sono meravigliato di tutto quello che i nostri giovani del team sono riusciti a scoprire. Hanno loro stessi aiutato me a rivedere la mia città con altri occhi. È stato un lavoro molto lungo, certosino durato 15 mesi nell’arco dei quali è stato raccolto tutto il materiale necessario. Siamo andati a cercare informazioni su arti, mestieri e prodotti che tradizionalmente vengono trascurati dalla storiografia più ufficiale. C’è stato poi un grandissimo lavoro per rendere il materiale scientifico in materiale accessibile a tutti e semplice da comprendere. Devo ringraziare per la realizzazione di Foodwalk anche la professoressa Marta Antonio e la professoressa Marta Ugolini dell’Università di Verona e il professor Bonfante.

C’è l’idea di implementare l’applicazione anche con altre storie?

Il bello del museo digitale che abbiamo creato è può crescere e quindi ogni anno creeremo quindi dei nuovi itinerari. Abbiamo già le idee per il prossimo itinerario e andremo a raccontare la storia dietro la storia. Andremo a parlare di un grande sconosciuto, ovvero di Luigi La Porto, che è l’autore della originale storia di Romeo e Giulietta.

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