«Il Sindaco uscente ha mortificato la cultura. Nessuna grande mostra, extra-lirica in Arena di bassa qualità, se si eccettua qualche grande evento, decadenza dell’Estate Teatrale Veronese oggi relegata a colonia di Venezia, poca offerta invernale, quartieri trascurati. Risultato? Verona è spenta e il suo turismo è spesso di basso livello e mordi e fuggi».
A dirlo questa mattina in una conferenza stampa il candidato sindaco Flavio Tosi, assieme ai candidati al Consiglio comunale Federico Martinelli (Lista Tosi), da anni attivo nell’associazionismo culturale, e Daniela Drudi (Forza Italia). È intervenuto anche il già parlamentare e Assessore provinciale Matteo Bragantini. Contributi sono arrivati da addetti ai lavori del mondo della cultura e dello spettacolo, come il regista e attore veronese Enzo Rapisarda e il promoter musicale Marco Sorio.
Ha aggiunto Tosi: «Noi alzeremo l’asticella della qualità, in centro storico come nei quartieri, nei grandi palcoscenici come Arena e Teatro Romano, che devono tornare a essere punti di arrivo dei grandi artisti, ma anche sviluppando una cultura diffusa nei quartieri, con eventi, concerti, libri, teatro. In questi cinque anni, nei quartieri, oltre a qualche sagra non si è andati».
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Drudi ha proposto di «riportare il festival lirico areniano a livelli di eccellenza, creando delle appendici anche fuori dall’anfiteatro, rendendolo diffuso nelle vie della città con dei punti musicali. Lo si può fare in sinergia con l’Estate Teatrale Veronese, rassegna storica al Teatro Romano che va riportata agli antichi fasti».
A proposito di teatro, Drudi ha detto: «Bizzarro chi vuole privatizzare il Camploy, il teatro deve restare pubblico e affidato alle compagnie, che lo hanno tenuto vivo». Mentre sul cinema «proponiamo l’istituzione di un festival del cinema e il potenziamento della Verona Film Commission, in modo che Verona possa essere luogo di riprese. Poi serve valorizzare i registi e attori veronesi e non trascurare il patrimonio del passato, infatti uno dei miei obiettivi è portare in città il Festival del Cinema Ritrovato, che proietti film capolavoro fino agli 60-70, in modo da agganciarsi con più consapevolezza al futuro».
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Ha sottolineato Drudi, «a Verona ci sono tante scuole di danza, eppure non diamo le giuste opportunità ai nostri giovani talenti. Penso a un’esibizione di tutti gli allievi al Teatro Romano, invitando anche étoile di fama internazionale». Infine i libri, «Verona ha un inestimabile patrimonio bibliotecario, dalla Civica alla Capitolare, dalla Società Letteraria fino alle biblioteche di quartiere. Serve fare sistema per creare festival ed eventi itineranti di presentazione di libri nelle piazze e nei quartieri della città».
Martinelli si è soffermato sulle mostre d’arte: «Recuperare la vocazione espositiva della Gran Guardia è la prima cosa, con mostre di grandi artisti internazionali, accanto a percorsi più identitari di matrice nazionale e locale. I quartieri vanno coinvolti, perché hanno sedi, sale e luoghi dove poter ospitare eventi. E va fatto conoscere il grande patrimonio artistico sommerso. Penso allo straordinario monumento Brenzoni nella chiesa di San Fermo, la cui pittura è di Pisanello e la scultura di Nanni di Bartolo; penso ai nostri artisti del ‘900 di cui si parla poco, Renato Birolli o i futuristi veronesi. Poi vanno creati nuovi linguaggi, per portare i giovani alle mostre, con rassegne immersive e temi provocatori. L’ispirazione è Berlino».
Bragantini ha ricordato che da Assessore provinciale riuscì a mettere insieme un cartellone unico di 1700 eventi per l’estate a Verona e provincia: «Segno che se si ascoltano le associazioni e si fanno collaborare tra loro, si possono creare grandi e tante manifestazioni di qualità. Con Tosi creammo poi rassegne internazionali come il Festival del Folk che portò in Arena Ben Harper. Ed è con Tosi che è nata la Verona Film Commission, che va resa più forte. Bisogna ripartire da queste sensibilità per riportare Verona a una dimensione europea e internazionale».
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