Il mondo piange Notre Dame

Impressionanti le foto diffuse pochi minuti fa dell’interno della cattedrale di Notre Dame, divorata ieri sera da un incendio. Centinaia di anni di storia, arte e cultura distrutti in poche ore dalle fiamme. Crollata la guglia e quasi tutto il tetto. Macron parla di “ricostruzione”, ma la realtà è che non si sa se la struttura sarà in grado di reggere. Il mondo piange quello che era un simbolo di Parigi e patrimonio dell’umanità intera.

Le fiamme, ora, sembrano essere sotto controllo, anche se non del tutto estinte. Ma cosa rimane ora di Notre Dame? Le iconiche torri della facciata, sedici statue, che erano state spostate durante i lavori di restauro, il prezioso tesoro e un cuore spezzato: tanto quello dei parigini quanto quello del mondo intero, sgomento davanti alle immagini della guglia che crollava portando con sè due terzi del tetto. La cattedrale parigina, patrimonio Unesco dal 1991, uno dei simboli della capitale francese, diventa così simbolo di dolore testimoniato dalle lacrime e dalla commozione delle migliaia di cittadini e turisti che hanno assistito impotenti al disastro.

Ancora da chiarire le dinamiche dell’incendio, che sarebbe partito dalle impalcature presenti per il restauro, alimentato dalla struttura in legno del tetto. Impossibile l’uso di aerei canadair che, stando ai vigili del fuoco, avrebbero solo creato danni maggiori con l’imponente mole d’acqua sganciata sull’edificio. Ora in tanti si chiedono (e reclamano) i colpevoli della tragedia, per la quale è stata aperta un’inchiesta. Dalle prime informazioni sembra comunque che nel momento dello scoppio del rogo gli operai non stessero lavorando, lasciando così spazio all’ipotesi di incendio colposo.

«È la nostra storia, la ricostruiremo», ha commentato il presidente francese, Emmanuel Macron. Un’affermazione ottimistica al quale però è seguita una dichiarazione del segretario di Stato al ministero dell’Interno Laurent Nuñez, il quale ha detto che «ci sono dubbi su come reggerà la struttura». Nel frattempo il miliardario francese Francois-Henri Pinault ha annunciato una donazione di 100 milioni di euro per la ricostruzione della cattedrale.

Messaggi di solidarietà e dolore per l’accaduto sono arrivati da tutto il mondo politico, tra cui anche quello veneto. Su Twitter, in particolare, sono molti i politici che hanno espresso incredulità per il disastro. Luca Zaia, ricordando l’incendio che distrusse il Teatro La Fenice di Venezia nel 1996, ha scritto sul proprio profilo social: «Notre Dame in fiamme, una ferita non rimarginabile alla nostra civiltà. Ricordando la nostra Fenice». E proprio il celebre teatro veneziano ha a sua volta mostrato vicinanza ai francesi, sempre su Twitter: «Siamo stati assaliti dal fuoco, ma dal fuoco siamo risorti più forti di prima. Siamo al vostro fianco, amici, non temete!».

Anche il ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, ha espresso «Profonda tristezza e dolore per il terribile incendio in corso a Parigi che ha colpito uno dei luoghi più significativi della cristianità europea».

A definirlo un “colpo al cuore” è stata, invece, Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico: «Chi ama l’umanità, l’arte, il progresso, la vita, la bellezza, la storia dell’uomo, i simboli, adesso sta piangendo. Un colpo al cuore».

L’interno di Notre Dame dopo l’incendio