Verona la prima città in Veneto a convocare un momento di confronto istituzionale aperto alla città sul tema della violenza di genere. La richiesta, dopo l’ennesimo femminicidio in Italia, è stata avanzata nella seduta di capigruppo odierna. Immediato il sostegno di tutte le parti politiche di maggioranza e opposizione in Consiglio comunale.
Giulia Cecchettin è la 105esima vittima di femminicidio in Italia quest’anno. Una donna ogni 3 giorni viene uccisa, spesso per mano di un ex o attuale compagno, marito, fidanzato, pretendente. Per questo, a pochi giorni dal 25 novembre, Giornata dedicata alla lotta contro la violenza di genere, è stato chiesto oggi unitamente dai consiglieri di maggioranza e di opposizione un Consiglio comunale speciale, aperto alla città. L’appuntamento è fissato per mercoledì 29 novembre.
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«Di fronte a quest’orrore senza fine, che risveglia le coscienze all’indomani dei sanguinosi fatti di cronaca per assopirle il giorno dopo – sottolineano i consiglieri e le consigliere tutti –, sentiamo il dovere di coinvolgere la città attraverso il massimo organismo di rappresentanza democratica».
«Per questo motivo è stato richiesto un Consiglio comunale aperto alle testimonianze di esperti e persone da coinvolgere in questa battaglia collettiva di cambiamento culturale e sistemico di prevenzione e cura. In Italia non manca un percorso normativo: dalla ratifica della convenzione di Istanbul al codice rosso, di educazione scolastica dalle linee guida Fedeli 2017 per l’educazione sentimentale nelle scuole, anche a livello veronese possiamo vantare una solida rete di prevenzione e aiuto con il Centro Formazione Antiviolenza P.e.t.r.a. e la rete di associazioni e istituzioni locali. Ma sono ancora tante le domande senza risposta. Secondo il rapporto ActionAid, in Italia si investono 248,8 milioni di euro in tre anni, di cui 80,9% per curare le vittime e solo il 12,4%, ovvero 30,9 milioni, per prevenzione. Troppo pochi per finanziare un cambiamento culturale e sistemico. Tutti ci sentiamo chiamati in causa e ci sentiamo in dovere di coinvolgere tutti e tutte».

Lutto regionale nel giorno del funerale di Giulia Cecchettin
Il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha dichiarato il lutto regionale nel giorno delle esequie di Giulia Cecchettin. «Ho dato disposizioni perché nel giorno delle esequie di Giulia sia dichiarato il lutto regionale. Avremo tutte le bandiere delle istituzioni a mezz’asta e l’intero Veneto si stringerà in un abbraccio alla famiglia, gli amici di Giulia, a tutti coloro che le hanno voluto bene. Il dolore e lo sgomento coinvolgono, in queste giornate, l’intera comunità veneta: ci si interroga sui perché di una vita spezzata senza senso, sull’oltraggio a una ragazza che era simbolo per il proprio impegno nella vita e per il suo sorriso gentile, che abbiamo imparato a conoscere anche dai racconti di chi più le era vicino», ha affermato Zaia.
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Ieri la fiaccolata per Giulia
«Ringrazio tutti i partecipanti della fiaccolata per averci dimostrato amore, affetto e sostegno in questo terribile momento» ha scritto su Facebook il padre della 22enne, Gino Cecchettin. «Questo segno di vicinanza ci sta dando forza ad attraversare questo ulteriore momento doloroso. Ringrazio a nome di tutta la famiglia chi si è prodigato attivamente nella ricerca di Giulia e chi ci ha sostenuto con parole o messaggi di conforto».
Verso l’estradizione per Filippo Turetta
«Il ritrovamento del corpo della ragazza chiaramente necessita il cambiamento del capo di imputazione, che quindi è stato cambiato» ha spiegato il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi. «È omicidio volontario, allo stato, ma si tratta di una imputazione provvisoria perché dobbiamo fare tutti gli accertamenti tecnici sui luoghi, sui reperti, sulla macchina, dobbiamo sentire la versione dei fatti di Turetta, e solo a quel punto si potrà fare un’impostazione più completa».
Turetta, fermato in Germania in seguito al mandato d’arresto internazionale emesso dalla Procura di Venezia, ora è in carcere in attesa della probabile estradizione. Ha già acconsentito a essere estradato in Italia: i tempi dovrebbero essere intorno alla decina di giorni.
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