Amt ancora nel polverone per la questione della galleria pedonale a San Paolo. Il Pd in una nota ha sottolineato la discrepanza tra il progetto depositato in commissione provinciale Via che è relativo all’incrocio semaforico, e le parole della politica che invece insiste sulla galleria.
Sul tema è intervenuto anche Michele Bertucco di Verona e Sinistra in Comune che ne ha fatto una questione più ampia, relativa alle numerose criticità ancora tutte da affrontare, a detta del consigliere, che riguardano lo sviluppo della filovia: «Dunque l’amministrazione deve dotarsi finalmente di un piano del traffico serio che garantista velocità di percorrenza certe, altrimenti oltre al danno per i cittadini avremo anche la beffa di un mezzo nuovo costosissimo e perfettamente inutile in quanto equivalente per velocità e capacità ad un normale autobus doppio».
Pronta la replica del presidente di Amt Francesco Barini: «Mai messa veramente in discussione l’opzione semaforica dalla passata amministrazione. Noi in meno di un anno abbiamo fatto ripartire la filovia, che era a un binario morto. Le accuse? Cicaleccio. La proposta del semaforo è stata portata in conferenza dei servizi dall’ATI, la ditta appaltatrice dei lavori, ma il Comune – ed era ancora sindaco il consigliere Tosi – l’ha bocciata. La passata amministrazione si era resa disponibile a prenderla in considerazione, probabilmente per calmare le acque in vista delle elezioni, ma non l’ha mai approvata. Nessuno quindi ha mai preso in considerazione una scelta diversa da quella originaria».
L’opera Filovia non è solo il mero mezzo di trasporto, ma anche i manufatti che gravitano attorno ad essa: il completamento del sottovaso di Nimes, il deposito alla Genovesa, 24 km di nuovo sedime stradale e correlativi sotto servizi, oltre alla messa in sicurezza dei pedoni in via San Paolo, appunto, «che già oggi non sono in sicurezza, perché un passeggino, da lì, fa fatica a passare», puntualizza Barini. Il percorso prevede che non ci sia alcun abbattimento di edifici esistenti, ed è stato studiato per mezzi anche da 24 metri. Su 24 km, quindi, l’unico intervento invasivo è quello in cui in un palazzo di via San Paolo, che non è in asse rispetto agli altri palazzi della via, verrà effettuata l’apertura di un passaggio pedonale al piano terra.
“Io stesso ho ricevuto nei miei uffici, appena insediato, i rappresentanti dei residenti e commercianti di via San Paolo – ricorda Barini – . Abbiamo già parlato assieme e avevo già detto loro questo: se trovavano una soluzione migliore, che non poteva per forza di cose essere un impianto semaforico, eravamo tutt’orecchi. I lavori non dureranno più di un anno, ma poi il passaggio sarà messo in sicurezza rispettando i criteri di progettazione. Questi criteri progettuali li ha adottati ancora nel 2008 l’amministrazione Tosi. Nessuno li ha mai messi in discussione, tranne l’ATI, con la proposta dell’impianto semaforico, per evitare disagi ai residenti. Ma la proposta non è stata accettata dal settore tecnico del Comune di Verona. E ricordo che la conferenza dei servizi, che ha preso la scelta di bocciare la proposta dell’impianto semaforico, è stata chiusa che c’era ancora Tosi come sindaco. Siamo consapevoli dei disagi di chi ci abita e ci lavora. Purtroppo un’alternativa non è stata ritenuta tecnicamente sostenibile dagli uffici comunali. Tosi dice che il palazzo è a rischio di crolli. Primo: perché il consigliere Tosi questi problemi non se li è posti quando era sindaco con la delega alle grande opere, e quindi alla Filovia? Secondo: non so chi gli abbia consegnato al laurea honoris causa in ingegneria. Ma questo progetto, se è stato consegnato dall’ATI, è di sicuro a prova di tenuta ingegneristica, non di cicaleccio. Inoltre, in merito ad altre speculazioni politiche lanciate in questi giorni, si ricorda che tracciato della filovia, mai messo in discussione fin dall’origine, è stato più volte illustrato e discusso nelle innumerevoli sedute nelle Circoscrizioni interessate, nelle Commissioni consiliari, alle quali gli stessi Bertucco, La Paglia e Vallani hanno partecipato in più occasioni, in conferenze stampa specifiche, in sopralluoghi e, puntualmente, si sono forniti tutti gli elementi a sostegno delle scelte trasportistiche, anche forti, dalle quali il nuovo sistema filoviario non potrà prescindere. AMT non ha contribuito alla stesura del progetto ma si è operata affinché quel progetto, pur nel marasma di innumerevoli fallimenti delle ditte appaltatrici, del ritrovamento di discariche dimenticate, delle beghe di Palazzo, immotivate e strumentali, potesse proseguire recependo nel limite del possibile quelle indicazioni. E la Direzione del Lavori che dovrà vigilare e gestire la costruzione della filovia, insieme al RUP il cui compito è vigilare sotto l’aspetto strettamente procedurale, direzione lavori sulla quale sono state svolte battaglie che nulla avevano di tecnico, che prima è stata scippata ad AMT dal sindaco Tosi per poi essere restituita ad AMT, sempre dal medesimo sindaco Tosi ad AMT, è stata affidata dall’attuale CdA di AMT a Metropolitana Milanese e nello specifico all’ing. Giovanni Galli, società a totale partecipazione pubblica del Comune di Milano, la cui esperienza nel settore è riconosciuta a livello planetario. Dispiace che fino a ieri difese strenuamente dagli stessi che ora le utilizzano per scopi speculativi, vengano criticate e messe in discussione”, conclude il presidente Barini.