Fondazione Arena: Premio di Risultato ai dipendenti, ma per i sindacati non basta

Si tratta di una somma una tantum che non verrà riconosciuta negli anni successivi, ma secondo il sindacato rappresenta anche «una manovra che lascia intatti tutti i problemi salariali evidenziati negli ultimi tempi e che necessitano di essere affrontati con urgenza».

Arena di Verona Piazza bra Pedalata Resistenza Veronese
Piazza Bra. Foto d'archivio

«Ieri mattina abbiamo sottoscritto, unitamente alla altre organizzazioni sindacali, un accordo per riconoscere a tutti i dipendenti FAV un Premio di Risultato per il Festival (lirico, ndr) in corso. Il valore individuale del Premio varierà tra i trecento e millecento euro lordi. L’erogazione avverrà dopo il vaglio dell’accordo della Corte dei Conti, del MEF, del MIF e dopo che il Consiglio di Indirizzo approverà il bilancio consuntivo 2023 (primavera 2024). Questa somma riguarda il solo anno 2023, quindi è una somma una tantum che non verrà riconosciuta negli anni successivi».

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La CGIL SCL comunica così di aver ottenuto l’accordo per il riconoscimento di un Premio di Risultato ai dipendenti di Fondazione Arena di Verona per il lavoro svolto nel 2023 nell’ambito del Festival Lirico, specificando però che si tratta di una misura valida solo per quest’anno e che non si ripeterà in futuro.

«Gli stipendi dei dipendenti FAV (paga oraria e paga forfettaria per le singole prestazioni) rimarranno quindi identici a quelle di circa venti anni fa perché il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e gli accordi aziendali del personale a “prestazione” risalgono ai primi anni duemila», aggiunge infatti il sindacato.

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«La sottoscrizione del Premio, se da un lato rappresenta sicuramente un raggio di sole (bene che venga riconosciuta la professionalità a tutti i dipendenti), dall’altra ha molte assonanze col DL 48/23 dell’attuale Governo, ovvero rappresenta una manovra che lascia intatti tutti i problemi salariali evidenziati negli ultimi tempi e che necessitano di essere affrontati con urgenza». 

«Contrariamente a quello che abbiamo letto in questi giorni sugli organi di stampa, in questo momento in FAV non c’è alcuna trattativa che riguardi la revisione strutturale dei trattamenti economici di tutto il personale, compreso quello a prestazione. Auspichiamo però che i buoni risultati economici che si stanno registrando nel corso di questo Festival inducano FAV a rivedere alcune politiche salariali (magari a partire dal Festival 2024) perché la carenza del personale e le ultime mobilitazioni trovano radici nei livelli decisamente troppo bassi. Auspichiamo quindi che FAV voglia davvero aprire una campagna di revisione strutturale dei trattamenti economici per ridare dignità a lavoratrici e lavoratori di tutti i settori che rendono unico il festival lirico nel teatro più bello al mondo», conclude CGIL SCL.

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