Filobus, le voci della politica dopo l’accoglimento della mozione

Dopo l'approvazione nella serata di giovedì 30 luglio, durante il consiglio comunale straordinario, della mozione "Filobus: dalle parole ai fatti", sottoscritta dai gruppi consiliari di opposizione, molti partiti si sono espressi a riguardo e, più ampiamente, sulla questione della mobilità sostenibile a Verona.

«Dopo 20 anni di parole Verona non ha ancora nessuna progettualità sulla mobilità sostenibile» così Orietta Salemi di Italia Viva sulla nuova ipotesi dell’Amministrazione comunale e di AMT di bloccare le opere relative al filobus per procedere alla scelta di un mezzo più moderno.

«E’ più di 20 anni che sentiamo parlare di tramvia e filobus – continua Salemi – i veronesi hanno atteso invano un piano di trasporto pubblico locale davvero in grado di fronteggiare un traffico appesantito e profondamente modificato che ogni giorno soffoca gran parte dei quartieri e delle aree della cintura. Basta fare un giro a Verona Sud per rendersi conto del problema. A Sboarina e Barini, chiusi nei loro comodi uffici, chiediamo: qual è l’obiettivo di mobilità? Sapevano anche prima del Covid che il filobus era opera superata, perché è attestato come la sua capacità di trasporto  sia inferiore a quella dei singoli autobus in circolazione e che il filobus così come congegnato non sposti un solo cittadino dal mezzo privato a quello pubblico. E poi, oggi dopo centinaia di alberi tagliati e mesi e mesi di mancate risposte, il sindaco pensa prima all’opera tecnica e poi al piano generale di mobilità? Da che mondo e mondo viene prima la pianificazione e poi la scelta del mezzo tecnico, pena l’immobilismo e le ferite aperte nei quartieri sotto gli occhi di tutti».

Oltre alla nota della consigliera Salemi, anche quella delle organizzazioni Italia Nostra, sezione di Verona, Lipu Verona, Comitato No al Filobus, Comitato di Verona Sud e Comitato Asma, che hanno preso parte, a loro volta, al consiglio straordinario del 30 luglio, manifestando la propria contrarietà al progetto e la volontà di trovare, comunque, una soluzione efficace per il trasporto pubblico locale. «Abbiamo presentato un documento che verrà allegato alla votazione della mozione presentata dai consiglieri, in cui descriviamo in modo chiaro le nostre osservazioni. Abbiamo comunque accolto con favore la volontà da parte dell’Amministrazione di ripristinare, prima dell’inizio delle scuole, le strade sconquassate dai lavori. Auspichiamo nel contempo, così come manifestato dal sig. Sindaco che ha accettato la mozione presentata dell’Opposizione, che entro tre mesi sia fatta una nuova proposta da inviare al Ministero, visto anche la disponibilità di questi a rivedere il progetto, proposta che eviti  di “sbudellare” una città storica e magnifica come Verona».

A seguire, le dichiarazione del Movimento Traguardi, che sottolinea la necessità di ideare un piano per la mobilità entro settembre. «Dopo il voto di del consiglio comunale, Sindaco, giunta e Amt hanno tre mesi per rendere conto della strategia per recuperare i resti del disastroso progetto filobus e, ci auguriamo, individuare un’alternativa che utilizzi i fondi a disposizione per opere innovative e migliorative» dichiara Tommaso Ferrari, consigliere comunale di Traguardi, «lavoriamo subito per un piano del traffico che tenga conto della situazione di settembre, con le scuole riaperte e le attività lavorative ripartite».

«I cantieri devono essere completati, dove sono ancora in corso, e la viabilità va preparata per limitare al minimo i disagi», prosegue Giacomo Cona, segretario di Traguardi: «dopo tre anni di lavori inutili e soldi buttati, ora il Comune ha il dovere non solo di individuare un’alternativa, ma anche di garantire ai cittadini che non dovranno subire inutilmente altri fastidiosi blocchi del traffico o lavori».

Conclude Ferrari: «si è ripetuta la ormai abituale diatriba tra Lega e Sindaco che ci mostra quanto la maggioranza sia completamente divisa su un tema di importanza cruciale per la nostra città. Un rimpallo di accuse dove l’obiettivo sembra sempre quello di evitare di assumersi le dovute responsabilità per la gestione disastrosa di un’opera che è stata spacciata come il futuro, ma non ha portato altro che costi, disagi e malcontento. Una responsabilità che, peraltro, va ripartita tra la maggioranza attuale e le precedenti a guida Tosi. A sindaco e maggioranza rammentiamo dunque il loro improrogabile dovere di trovare una soluzione alla vicenda filobus, ribadendo la nostra disponibilità a proporre idee ed alternative ed a collaborare, cosa che stiamo continuando a fare. Siamo però certi che i veronesi non dimenticheranno chi ha voluto e progettato il filobus e chi ha provato, con risultati disastrosi, a realizzarlo».

«Il Comune di Verona fa retromarcia sul progetto del filobus? Meglio tardi che mai»: Massimo Giorgetti, vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto ed esponente di Fratelli d’Italia, commenta così il risultato della seduta straordinaria del Consiglio comunale in cui è stata approvata la mozione “Filobus: dalle parole ai fatti”. «L’opera era vecchia e inadeguata e con limiti ancora troppo evidenti a meno di due anni dalla data in cui sarebbe dovuta entrare in funzione», commenta il consigliere veronese, candidato alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre. «Spiace solo che Verona e i veronesi siano rimasti intrappolati per mesi nei cantieri, che hanno letteralmente devastato alcune aree della città, e che siano stati abbattuti centinaia di alberi per fare spazio ai lavori. I cittadini chiedevano da tempo all’Amministrazione Sboarina di virare verso una infrastruttura meno invasiva ed è un bene che alla fine sia successo, peccato che per un cambio di rotta ci sia voluta una pandemia».

«Adesso, guardando oltre la veste che avrà il nuovo sistema trasportistico non si dimentichi – evidenzia Giorgetti – la necessità di realizzare un Piano dei Trasporti che potenzi la rete cittadina e includa la costruzione dei parcheggi scambiatori e il trasferimento della sede della Amt da Porta Vescovo all’esterno dell’area urbana».

Dure le parole di Flavio Tosi nei confronti di Sboarina sulla questione filobus: «l’opera si farà, ma per colpa dell’incapacità del sindaco avremo cantieri aperti e fermi per altri due anni». «Sboarina la racconta bella sul filobus. Ufficializza in Consiglio comunale che non si fa più e che al suo posto farà i bus elettrici. Balle e lo aspettiamo al varco. Senza l’opera sarà già molto complicato per lui farsi confermare dal Ministero dei Trasporti e Infrastrutture il finanziamento statale, che è vincolato a un’infrastruttura che si muove su filo. Ma anche nella remota ipotesi che ci riuscisse, molti anni fa l’Amministrazione aveva già firmato contratti con le aziende per 140 milioni, di cui 40 milioni sono solo per i mezzi già ordinati e messi in produzione. Cosa facciamo di questi mezzi? E dei contenziosi milionari e delle cause civili che possono nascere?». Inoltre, continua Tosi, «la gran parte dei 6 milioni spesi per i lavori non sono convertibili in eventuali altre opere sostitutive – pensiamo alle centinaia di pali che possono servire solo a tenere i fili del Filobus, non certo ad altro. Cosa facciamo di questi pali? E cosa diciamo ai veronesi? Decine di milioni di euro pubblici, delle loro tasse, sono stati messi per l’opera e ora Sboarina vuole gettarli via tornando indietro? Inaudito, quasi uno scippo legalizzato”.“L’atteggiamento e la retromarcia di Sboarina – sottolinea Tosi – sono la summa dell’approssimazione e della sua ignoranza amministrativa. Siccome Sboarina e il Presidente di Amt Barini non sanno come procedere con i cantieri e gestire l’opera, ora fuggono e dicono basta, come se si potesse magicamente tornare indietro senza subire cause civili e contenziosi che terrebbero i cantieri aperti e fermi per anni, e fregandosene dei soldi pubblici dei cittadini veronesi spesi per l’opera. Sboarina e Barini fin dall’inizio del loro mandato hanno gestito il filobus in maniera approssimativa, confusa, disastrosa: dal mancato sdoppiamento in via Pisano, alla scelta inopinata e invasiva della galleria in via San Paolo, fino al rifiuto a unificare i sottopassi di Porta Palio e Porta Nuova, un rifiuto devastante sul piano amministrativo e del miglioramento della viabilità».

A esprimersi sull’argomento anche Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune: «A questo è arrivata la maggioranza di Sboarina Verona: ogni partito difende il suo orticello e i suoi protetti, prescindendo dalla situazione reale e dai bisogni dei cittadini. Considerando anche l’altra fronda politica di cui è protagonista Verona Domani, è sempre più evidente che la maggioranza non c’è più e che dopo le elezioni regionali le contraddizioni saranno destinate ad esplodere. Tutti i progetti amministrativi più importanti, dal rafforzamento di Agsm sul mercato, al riassetto di Amia passando per la riorganizzazione della Casa di Giulietta, il Pums, il rilancio dei quartieri e del verde pubblico, sono naufragati. Molti sono stati definitivamente abbandonati».

«Unico aspetto positivo di questa desolante faccenda è che, forse, adesso la Lega si rende conto che non può amministrare una città vivacchiando sulle mozioni ideologiche, filo integraliste e anti immigrati, senza occuparsi dei temi veri. O svegliarsi solo quando l’opposizione ha già preso in mano la situazione come è accaduto sul filobus. I numeri ci dicono che nessuna delle ultime 3 importanti mozioni leghiste è andata a segno: quella sulla trasparenza in Agsm è stata approvata ma sostanzialmente ignorata. La mozione per imporre la gara pubblica ad Agsm è stata ammessa ma non ha mai visto l’aula, mentre l’ultima su Cattolica è stata direttamente dichiarata inammissibile. Il Sindaco infatti lo ha capito: la Lega abbaia ma non morde. Mai».