Filobus, la Settima chiede il commissario. Bertucco alza i toni sulle consulenze

La Settima Circoscrizione chiede ufficialmente il commissariamento di Amt sull'opera filovia e l’intervento degli ispettori Ministeriali. Nel frattempo il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune fa i conti alla municipalizzata: «In tre anni ha buttato 1,2 milioni in consulenze»

Uno dei cantieri della filovia in Settima Circoscirzione

Con una mozione presentata dal Pd, illustrata dallo stesso Presidente e approvata dalla quasi totalità dei presenti, comprese le forze di maggioranza, con la sola astensione di un gruppo di minoranza, la Settima Circoscrizione giovedì scorso ha chiesto il commissariamento di Amt «per l’incomprensibile e inqualificabile incertezza che ancora oggi caratterizza il progetto filobus».

«La convergenza – si legge nella nota a firma di Carlo Pozzerle, Govanni Bombieri, Beatrice Rozio e Fabio Corsi – è stata resa possibile dall’esasperazione, comune all’intero arco politico, per l’autoreferenzialità della azienda, che da mesi non risponde a nessuna richiesta di informazioni. Inoltre, ad ormai due mesi distanza dalla rescissione unilaterale del contratto con l’Ati, Amt ha mancato la promessa di chiudere presto i cantieri, i quali rimangono invece in massima parte ancora aperti e in stato di inaccettabile abbandono, salvo pochi interventi di sicurezza, continuando dunque a danneggiare, creare disagi e a mettere in pericolo cittadini e commerciali, pedoni, automobilisti e ciclisti. Non si ha infatti alcun riscontro delle “procedure amministrative d’urgenza” che avrebbero dovuto, in tempi brevi, “appaltare ad un altro soggetto il completamento dei lavori stradali nei cantieri aperti” in via Caperle, via Fedeli, via Dalla Corte ecc».

Il nuovo progetto presentato al Ministero, del quale la Circoscrizione non ha potuto vedere nulla, risulta del 25% più costoso del precedente (35 milioni di euro, da 142 a 177) e rappresenta un salto nel buio perché non si ha idea se il Ministero lo accetterà e se si farà carico in quota parte dei maggiori costi come richiesto da Amt. Inoltre le soluzioni adottate ad esempio in via San Paolo rischiano di ridurre la velocità commerciale e quindi l’efficienza del sistema.

cantieri filobus filovia
Cantieri della filovia in via Fedeli

La Circoscrizione chiede pertanto alla direzione lavori e al responsabile unico del procedimento (RUP) del progetto filobus di mettere in atto tutte le procedure d’urgenza al fine di ripristinare la viabilità delle aree occupate dai cantieri della Circoscrizione. Alla Giunta e al Sindaco chiede di nominare, di concerto con le autorità competenti, un commissario ad acta con pieni poteri, dando come mandato la realizzazione in tempi certi del progetto filovia. Al Ministero delle Infrastrutture chiede di assegnare a Verona gli ispettori della Direzione generale territoriale di Venezia per verificare che siano state attuate tutte le misure per una “tempestiva realizzazione dell’opera” come prescritto dalla delibera Cipe del 26 aprile 2018 e di verificare, alla luce della normativa in materia di lavori pubblici, la legittimità dell’ennesima richiesta di variante avanzata da Amt, la quale variante, andrà sottoposta, a parere della Circoscrizione, a valutazione di impatto ambientale.

E sulla questione filovia, e non solo, interviene anche il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune, Michele Bertucco, il quale punta il dito sulle opere pubbliche veronesi che «ingrassano soltanto i consulenti».

«Le opere pubbliche veronesi e le operazioni societarie che avrebbero dovuto consolidare e migliorare la posizione della città in tema di energia, ambiente, trasporti e mobilità pubblica hanno finito per ingrassare soltanto i consulenti delle aziende partecipate mentre i cittadini non hanno visto neanche l’ombra di quanto promesso dall’amministrazione. – dichiara lo stesso Bertucco, che prosegue – Risparmio sulle bollette? Viabilità meno intasata? Città meno inquinata? Gli unici a trarre beneficio dalla lunga vicenda del filobus, a cui Barini ha dato la mazzata forse finale con la rescissione del contratto, sono stati i consulenti di Amt che dal 2016 hanno intascato 1,2 milioni di euro. Parliamo solo del filobus, naturalmente le consulenze totali di Amt ammontano a molto di più: 1,980 milioni di euro tra il 2016 e il 2019. Niente male per un’azienda la cui attività è notoriamente residuale occupandosi soltanto della sosta a pagamento».

Michele Bertucco

Bertucco si sposta anche su un’altra municipalizzata: «Ci si chiede da tempo a quanto ammontino le consulenze attivate da Agsm per la fusione con Aim: ebbene, con la redazione del Piano di Razionalizzazione 2020 delle aziende partecipate comunali, previsto per legge, l’amministrazione e l’azienda sono state costrette a rilasciare almeno i dati 2019, che raccontano di già 300 mila euro circa spesi. Non oso immaginare a quanto saranno salati i conti del 2020 (che vedremo forse soltanto nel 2021, visto che le aziende non rilasciano i dati e l’amministrazione non li richiede). Nell’anno in corso le due principali vicende societarie, filobus e fusione, hanno infatti raggiunto l’apice di attività per poi smorzarsi in entrambi i casi come un fuoco di paglia».

«Facile prevedere che Agsm supererà di slancio i 700 mila euro ipotizzati, ma questa è solo una goccia nel mare delle consulenze che vedono la multi-utility veronese sfiorare i 4 milioni di euro di prestazioni professionali esterne nel solo 2019. La sola Agsm dichiara di aver speso un totale di 2,356 milioni di euro; Amia 441 mila; Serit 370 mila; Megareti 280 mila; Agsm Energia 217 mila; più altre centinaia di migliaia di euro da parte della pletora delle altre piccole controllate per un totale di 3,839 milioni di euro. – conclude il consigliere comunale – Una grande mangiatoia che gli uffici hanno dovuto ricostruire andando a spulciare i bilanci delle singole controllate perché la capogruppo non ha fornito alcun dato riassuntivo. Alle consulenza vanno comunque aggiunte le spese per le sponsorizzazioni che Agsm holding, ancora una volta, non fornisce, o meglio fornisce mischiate alle spese di pubblicità rendendole inutilizzabili al fine della determinazione del raggiungimento degli obiettivi. Le partecipate chiudono il 2019 con molti obiettivi di contenimento della spesa non raggiunti. E il Sindaco è lì pronto ad alimentare la mangiatoia con il manuale Cencelli ancora tra le mani«.