Ex-cartiere di Verona, i commenti delle opposizioni

I gruppi di opposizione hanno esposto nelle scorse ore il proprio punto di vista sulla situazione e sui progetti della zona delle ex-cartiere di Verona.

Michele Bertucco e Federico Benini
Michele Bertucco e Federico Benini

I gruppi di opposizione hanno esposto nelle scorse ore il proprio punto di vista sulla situazione e sui progetti della zona delle ex-cartiere di Verona.

I consiglieri comunali del Pd Elisa La Paglia, Federico Benini e Stefano Vallani esprimono soddisfazione per il cambio di progetto, ma dubbi sulla sostenibilità dell’operazione.

«Con la benedizione data al cambio di progetto per le ex Cartiere, da insediamento a prevalenza commerciale ad insediamento a prevalenza residenziale, il sindaco Sboarina e l’assessore Segala sembrano dare per acquisito il recupero dell’area, ma non è così» dicono i consiglieri del Partito Democratico.

«Aver tolto il centro commerciale è un bene, ma un nuovo quartiere di mille persone non può essere calato dall’alto senza che alla proprietà dell’area vengano date precise indicazioni e senza che vengano richieste adeguate compensazioni».

Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani
I consiglieri del PD Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani

«I risultati della mancanza di una politica abitativa negli ultimi decenni – continuano gli esponenti Pd – si evidenziano nel relativo spopolamento conosciuto dal capoluogo a vantaggio dei comuni della cintura, scelti da molti giovani per mettere su famiglia. Le stesse famiglie che poi mantengono lavoro, conoscenze e contatti nel capoluogo, ingenerando involontariamente una imponente mole di traffico quotidiano. È il paradosso di una città che ogni anno registra migliaia di sfratti a fronte di decine di migliaia di alloggi sfitti o vuoti».

Dubbi sulla sostenibilità del progetto arrivano anche dal consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco, che insieme all’urbanista Giuseppe Campagnari scrive: «Quando vedremo il nuovo progetto per le ex Cartiere capiremo meglio la concezione degli spazi che hanno in mente gli architetti svedesi, possiamo tuttavia assicurare che con 211mila metri cubi a disposizione gli alloggi possono essere dalle due alle tre volte i 200-300 annunciati».

Michele Bertucco

«Singolare anche la promozione che ne fa il sindaco Sboarina, il quale si “vende” la vista sul Central Park trascurando il piccolo particolare che la realizzazione del parco è ancora in alto mare e che, soprattutto, dalle ex Cartiere esso sarà separato da una strada ad otto corsie che si chiama viale Piave, oltretutto priva di trasporto pubblico avendo già dirottato la filovia per altre vie. In compenso nei pressi correrà la Tav…».

Del resto, non ci si poteva aspettare più approfondimento o più spirito critico dalla politica urbanistica di stampo “notarile” che il centrodestra porta avanti da decenni a Verona, una politica che si limita cioè ad acquisire le proposte dei privati senza fare nemmeno lo sforzo di coordinarle o di costruirci sopra un minimo di politica pubblica» aggiungono Bertucco e Campagnari.

Sul tema ha diffuso un comunicato anche Europa Verde Verona: «Verona ha bisogno di un nuovo bosco, non di un nuovo quartiere. Il futuro delle ex cartiere dev’essere a vocazione verde, non di mattoni e asfalto».

«Siamo ancora in tempo per fermare una nuova colata di cemento nell’area tra Basso Acquar e Porta Nuova. Il Sindaco Sboarina e l’assessore Segala lo chiamano “recupero” di una zona degradata: un nuovo polo residenziale, un quartiere con supermercato ed esercizi commerciali, servizi e conseguente traffico automobilistico».

«Non ha più alcun senso costruire nuovi condomini in epoca di emergenza climatica» continuano da Europa Verde. «Se si vuole davvero contenere il riscaldamento globale, bisogna iniziare da scelte urbanistiche nuove, da uno sviluppo molto diverso da quello seguito fino ad oggi. Le politiche del mattone appartengono ad un passato non più sostenibile, bastano ed avanzano. Dobbiamo puntare su altro, più innovativo, più tecnologico, più rispettoso della natura e degli spazi verdi di cui il nostro territorio martoriato ha estremo bisogno».

«La popolazione residente non è in aumento. Non c’è nessun bisogno di nuove abitazioni. È sufficiente recuperare l’edilizia già esistente, rimettere sul mercato gli appartamenti sfitti ristrutturare con nuovi criteri di risparmio energetico, investire in risanamento ambientale. Ormai è chiaro che in questi casi il “non fare” è sempre meglio del “fare male”. Così come non verrà insediato un nuovo centro commerciale, ora bisogna non fare i nuovi condomini alle ex Cartiere. “Non fare” per aprire lo sguardo e iniziare finalmente a “progettare”».