Attorno a mezzanotte e mezza il Soccorso alpino di Verona è stato allertato, a seguito del rinvenimento da parte dei Carabinieri di Caprino dell’auto di un escursionista, il cui mancato rientro da un’uscita sul Monte Baldo era stato segnalato dai familiari.
La macchina dell’uomo, G.B., del ’69 di Goito (MN), il cui cellulare risultava spento, era stata ritrovata su un tornante della Strada Graziani, all’altezza dell’imbocco del sentiero numero 657 che da Novezza conduce al sentiero delle creste e verso il Rifugio Telegrafo. Data la propria disponibilità, l’elicottero di Brescia ha quindi imbarcato due soccorritori arrivati al piazzale dello Chalet Novezza, 400 metri oltre l’auto dell’escursionista, e li ha lasciati al Rifugio Telegrafo, per controllare l’eventuale presenza all’interno del Bivacco invernale e poi iniziare la discesa verso il basso.
Contemporaneamente, mentre un tecnico è restato al campo base a gestire le comunicazioni, altri due soccorritori sono saliti dal basso, percorrendo la traccia a zig zag di salita, con l’intenzione di prendere successivamente la diretta che taglia all’interno di un canale. Arrivata a tre quarti del canale, la squadra in salita è stata fermata dai soccorritori che, in discesa, avevano trovato un paio di occhiali e i segni di una scivolata. Le due squadre sono quindi state fatte convergere nel punto indicato e attorno alle 5.40 hanno purtroppo individuato a valle il corpo senza vita dell’uomo, caduto probabilmente dalla traccia sulla neve che risale il versante e finito nel canale sottostante.
Non appena è sorto il sole, l’elicottero di Verona emergenza ha effettuato il recupero della salma e dei soccorritori, trasportati al parcheggio dello Chalet Novezza, dove si trovavano le Forze dell’ordine e i mezzi del Soccorso alpino.
Il commento su Facebook dei gestori del Rifugio Telegrafo
Anche i gestori del Rifugio Telegrafo hanno voluto esprimere cordoglio e lo hanno fatto lasciando un messaggio su Facebook.
Che tristezza e che dolore queste notizie.
Arrivi alla famiglia tutto il nostro cordoglio…
Non possiamo far altro che continuare ad URLARE, come già rammentato in alcuni nostri post pubblicati dall’inizio dell’inverno -l’ultimo di questo venerdì-, che le condizioni invernali di approccio al rifugio richiedono, ogni anno e anche nella situazione attuale di scarsa neve ma con passaggi ghiacciati ed esposti in cresta, una più che buona competenza alpinistica.
Siamo sicuri che se si potesse tornare indietro, anche Gian Luca sarebbe qui ad urlarlo con noi…
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