Emergenza idrica, il Comune di Verona è al lavoro per adottare un piano in grado di gestire con rigore l’emergenza e per sensibilizzare la cittadinanza sul fatto che l’acqua non può più essere considerata una risorsa inesauribile. Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, invece ha firmato ieri un’ulteriore ordinanza relativa alla carenza di disponibilità idrica nel territorio, contenente azioni regionali a tutela della risorsa idrica.
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Il piano del Comune di Verona
Come previsto dal codice di auto disciplina inviato dal Comitato Istituzionale dell’Ato veronese a tutti i Comuni, si sta procedendo alla mappatura delle utenze pubbliche e alla messa a punto di una procedura per gestire i consumi comunali di acqua potabile e suddividerli tra quelli che non possono essere interrotti (acqua per uso umano) e quelli invece non strettamente necessari (innaffiamento giardini pubblici, campi sportivi, etc.), che saranno ridotti via via che peggiorerà la situazione idrica.
Il testo, una volta raccolti i contributi dei Comuni, sarà ratificato in Assemblea dei Sindaci dopo Pasqua. Inserito nel codice anche l’impegno dell’Amministrazione a verificare periodicamente la presenza di eventuali perdite interne ai propri impianti (scarico dell’acqua e rubinetteria dei servizi igienici, sistemi automatici per l’irrigazione, impianti di ricircolo dell’acqua delle fontane), al fine di ottimizzare la portata prelevata dalla rete acquedottistica destinata a tutti gli usi comunali.
«La crisi idrica è un fenomeno a cui serve rispondere in via strutturale perché peggiorerà negli anni – afferma l’assessore all’Ambiente Tommaso Ferrari –. Come Comune da un lato siamo impegnati all’interno dell’ATO per contribuire a politiche di risparmio idrico e siamo convinti che il codice di autodisciplina con diversi livelli di allerta sia un primo passo importante. Dall’altro stiamo studiando interventi che possano recuperare il più possibile l’acqua piovana e inoltre che sleghino il consumo di acqua potabile per usi irrigui di aree a verde e di campi sportivi. Un fenomeno riguarda anche le abitudini quotidiane di ogni cittadino e cittadina veronese».
«I consumi da acquedotto rappresentano il 10% del totale dei consumi idrici ma anche noi possiamo e dobbiamo fare la nostra parte: abbiamo un consumo procapite molto alto rispetto alla media europea e servono campagne di sensibilizzazione ma anche azioni concrete per ridurre gli sprechi. Per questo crediamo, come inserito nel documento di consultazione dell’Ato, che una delle soluzioni, possa essere quella di inasprire le tariffe oltre un certo consumo di acqua (sopra i 150 l/ab/d) al fine di disincentivare gli sprechi, premiando chi adotta consumi responsabili. L’ulteriore sfida riguarda il comparto agricolo e da questo punto di vista serve una grande alleanza tra istituzioni per un piano per salvaguardare il settore ed innovarlo al fine di renderlo resiliente ad una crisi che sta avanzando».
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L’ordinanza della Regione Veneto
«Siamo ancora – ha esordito Zaia – a un livello di allerta che non richiede di imporre razionamenti, punto al quale speriamo di non arrivare. Tramite questa ordinanza intendo sensibilizzare con un atto formale i cittadini e tutte le istituzioni sulla necessità di non sprecare acqua in nessun modo, intervenendo, fra le altre misure, nell’irrigazione dei giardini, chiudendo i pozzi a gettata continua, evitando sprechi nelle acque ad uso pubblico. Per quanto riguarda l’aspetto agricolo – ha aggiunto il presidente – purtroppo sappiamo che a causa di una rete datata per l’irrigazione arriva dal 40 al 60% dell’acqua disponibile all’origine. Non a caso – ha concluso – ho già detto in più occasioni che occorre un vero Piano Marshall per la realizzazione di nuove infrastrutture idrauliche, piano al qualche, per quanto di competenza del Veneto, siamo già al lavoro».
Alcuni punti dell’ordinanza
L’Ordinanza firmata dal Governatore prevede, tra l’altro:
- di incaricare i Sindaci, sentiti i Consorzi, di attivare con urgenza campagne di informazione sull’uso accorto della risorsa idrica;
- di demandare alla Direzione Difesa del Suolo e della Costa ogni sforzo per garantire una sufficiente vivificazione dei canali;
- di adottare misure di contenimento dei prelievi da acque sotterranee per gli usi non prioritari;
- di promuovere campagne d’informazione per l’uso accorto della risorsa idrica rivolte in particolare ai titolari di concessione per auto-approvvigionamento per usi non prioritari;
- di predisporre Piani di emergenza per l’approvvigionamento potabile come interconnessione delle reti, approvvigionamento con autobotti, interventi di riduzione delle perdite;
- di verificare la possibilità di orientare la gestione degli invasi promuovendo l’accumulo;
- di programmare, da parte del Consorzio Delta Po, la predisposizione della barriera alla risalita del cuneo salino sul fiume Adige;
- di introdurre l’obbligo di analisi qualitative periodiche della risorsa idrica emunta dai pozzi per verificare che, di fronte all’attuale carenza idrica, siano garantiti i requisiti di potabilità per il consumo umano.
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