Disagio giovanile e resilienza: il modello “Gabanel”

Giulia Lonardi e Simone Perina di Hermete Coop raccontano ai nostri microfoni il progetto Gabanel, il bike hostel di Bussolengo che ha ufficialmente aperto a marzo.

Giulia Lonardi Simone Perina Hermete Coop
Giulia Lonardi e Simone Perina di Hermete Coop
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Giulia Lonardi e Simone Perina di Hermete Coop raccontano ai nostri microfoni il progetto Gabanel, il bike hostel di Bussolengo che ha ufficialmente aperto a marzo.

Oggi parliamo di giovani, in particolare di Gabanel, un bike hostel aperto da qualche mese. Di cosa si tratta?

Simone: Gabanel è una località che si trova vicino a Bussolengo da cui prende il nome il nostro progetto e il bike hostel. È una villa confiscata alla criminalità intorno agli anni Duemila. È di proprietà del Comune di Bussolengo, e per anni è stata affidata a progetti sociali e case famiglia. Grazie all’assist dell’Ulss ex 22 abbiamo cominciato a pensare a un progetto per i giovani. Abbiamo quindi pensato a un progetto che si autosostenesse attraverso il sociale e che vuole impegnare i cosiddetti NEET, i ragazzi che non lavorano e non vanno a scuola. Dopo vari crowdfunding abbiamo ottenuto dal comune di Bussolengo 15 anni di convenzione e quindi è nato questo spazio per l’ospitalità turistica. Il target è il turismo lento, ospita 17 posti e siamo operativi da marzo.

In questo progetto i giovani sono operativi a tutto tondo, anche nella costruzione dei mobili. È corretto?

Simone: Esatto, è proprio così. Il progetto sociale prevede che i ragazzi si sentano protagonisti. Abbiamo costruito gli arredi con i ragazzi e i mastri educatori. I ragazzi si sono divisi i compiti, dagli arredi, alla manutenzione della piscina ai murales. Ora è il momento di inserire alcuni di loro nel team hospitality dell’ostello.

Vorrei infatti approfondire il tema dell’inserimento lavorativo dei giovani. È un tema molto attuale e voi siete riusciti a raggiungere quest’obiettivo…

Giulia: La questione dell’inserimento lavorativo legata a Gabanel e agli altri progetti che seguiamo parte da una premessa. Noi cerchiamo fin dalle elementari di costruire un senso di imprenditività, che non è imprenditorialità ma è lo spirito d’iniziativa che motiva le persone a perseguire le loro idee. Partiamo quindi dalla scuola primaria a fare delle simulazioni d’impresa con i bambini in cui ognuno ha un ruolo e con le proprie competenze porta avanti l’idea comune. Questo permette di allenare alcune competenze trasversali ormai essenziali nel mondo del lavoro. Hermete non è un’organizzazione di servizio al lavoro, ma è un processo che abbiamo raggiunto gradualmente. Ci siamo accorti che lo scoglio dei ragazzi over 16 è un problema, perché a 18 anni i servizi sociali vengono a mancare e quindi finiscono per essere un po’ abbandonati. Ci siamo quindi reinventati su questo aspetto, per dare delle opportunità tutelate e di cittadinanza attiva.

Qual è il feedback che sta avendo Gabanel da parte dei ragazzi che avete ospitato e di coloro che lavorano lì?

Simone: Vedo che i ragazzi si sono affezionati a questo luogo e al progetto. “Fare” e “sporcarsi le mani” è un modo per legare con le altre persone ma anche con quello che stai facendo. Per quanto riguarda gli ospiti che passano da Gabanel, anche qui le recensioni sono molto positive. Abbiamo puntato tanto sulla cura dei piccoli particolari, del fare le cose bene e belle.

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