Lavoro agile, Donazzan: «Veneto può essere apripista»

«Nel lavoro ‘agile’, cioè flessibile, a distanza e organizzato su misura, il Veneto può essere apripista.» Questo il messaggio dell’assessore al lavoro della Regione Veneto, Elena Donazzan, intervenuta oggi alla giornata di formazione e co-progettazione promossa dalla Fitt spa di Sandrigo (Vicenza), nell’ambito della Settimana regionale del lavoro agile che si concluderà il 31 maggio.

Prima iniziativa di questo tipo in Italia, ha l’obiettivo di creare una nuova cultura dell’organizzazione del lavoro che tenga conto del benessere della persona e della sua felicità, che spesso è in relazione con la qualità della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. In Veneto sono 40 le aziende che hanno aderito all’iniziativa, con open-day, una trentina di seminari e 12 laboratori di co-working.

«Ci sono molte aziende che hanno innovato modelli organizzativi e strategie di produzione partendo dal basso, cioè dalle esigenze e dai valori espressi dai propri dipendenti e riuscendo così a coniugare meglio tempi di vita e di lavoro.»  ha aggiunto l’assessore. «Plaudo a questo giovane imprenditore che nel passaggio generazionale ha impresso una nuova visione imprenditoriale, spingendo verso nuovi modelli organizzativi a forte partecipazione dei propri collaboratori e dipendenti – ha sottolineato l’assessore al lavoro.

«La Fitt di Sandrigo, oltre ad aver adottato nuove strategie produttive ed organizzative di coinvolgimento diretto dei propri dipendenti nelle decisioni aziendali e a valorizzare il co-working e lo smart-working, mette le proprie esperienze a disposizione dei propri partners professionali promuovendo forme di co-progettazione per una più ampia ricaduta sociale».

«Lo ‘smart working’ è “innovativo”, consente la mobilità e al tempo stesso la condivisione di gruppo, aiuta la produttività aziendale e il benessere delle persone, perché fa leva sulla responsabilizzazione individuale e incentiva la “conciliazione” dei tempi di vita e di lavoro. È, quindi, uno strumento da esplorare con convinzione e da promuovere, non solo tra le grandi aziende ma anche tra le piccole e medie imprese e, soprattutto, nella pubblica amministrazione, dove si continua a guardare con diffidenza a forme flessibili di organizzazione lavorativa»  ha concluso la Donazzan.