«Ha scelto di sbagliare, le parole sono sue, assieme a quella grande umanità composta di amori, affetti, amicizie, poesie, canzoni» queste le parole che accompagnano il triste annuncio su Facebook dove è stata data la notizia della scomparsa di Nascimbeni, morto la scorsa notte dopo mesi di malattia nella sua casa di Milano.
Classe ’59, cantautore, scrittore, poeta, giornalista, Enrico era figlio di Giulio Nascimbeni, anch’egli noto giornalista e scrittore. Originario di Sanguinetto, la sua vita è stata un compendio di strade artistiche. Amico di Roberto Vecchioni (con lui ha scritto “Vincent”, “Sette meno uno” e “L’ultima notte di un vecchio sporcaccione”), oltre alle collaborazioni con altri artisti, Nascimbeni ha anche pubblicato 9 album, esordendo con “Maracaibo” nel 1978 e concludendo con “H” nel 2011.
La musica nel cuore, l’esigenze di mettere la scrittura al servizio della gente ne hanno, invece, disegnato la professione giornalistica: negli anni non si contano le testate con le quali ha collaborato come Corriere della Sera, Il Giorno, L’Arena, L’Indipendente, Studio Aperto, Verissimo e Sette, trattando temi diversi tra loro, dai reportage (Sarajevo, Libano e Afghanistan) alla inchieste (come quella su Mani Pulite) passando per la cronaca nera.
L’estate scorsa il giornalista era stato aggredito sotto la sua casa di Milano da due uomini che lo hanno accoltellato al grido di “sporco comunista di m…”.
Il suo ultimo libro si intitola “Ho scelto di sbagliare” ed è parte del toccante messaggio che si può leggere sulla sua pagina Facebook che accompagna la notizia della sua morte, poi confermata da All Music Italia con il quale collaborava negli ultimi tempi.