Chiara Russo: “Mio fratello non meritava questo”

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Parla la sorella di Luca, l’ingegnere vicentino vittima dell’attentato di Barcellona

È in lacrime e fortemente provata Chiara Russo, sorella di Luca, il giovane di Bassano del Grappa ucciso nell’attentato di Barcellona il 17 agosto scorso mentre passeggiava sulla Rambla assieme alla fidanzata Marta Scomazzon, di 21 anni, quest’ultima rimasta lievemente ferita.

Ai microfoni del TG5, parlando di Luca, ieri ha dichiarato: “Non ho parole per dire chi era o cosa faceva. Lo fanno già i suo amici e lo dicono già tutti. Non meritava questo, si è sempre impegnato, ha sempre dato il massimo. Adesso che era felice, aveva il suo lavoro… ha studiato tanto per ottenere quello che voleva fare. Si è sempre impegnato un sacco. Non meritava lui, non meritava nessuno. Siamo tutti spiazzati”.

Un dolore profondo per la giovane sorella della vittima che vive a Verona ed è tirocinante presso il polo chirurgico Confortini: “Non voglio che mio fratello diventi un numero fra tanti, deve cambiare qualcosa – ha aggiunto Chiara ai microfoni dell’agenzia ANSA – Non è questo il modo di vivere dobbiamo avere la libertà di viaggiare, di conoscere il mondo. Spero che i ministri europei cerchino di difenderci, di salvaguardare questo nostro diritto”.

Chiara Russo ha riferito di aver ricevuto ieri due telefonate dal ministro degli esteri Angelino Alfano al quale ha chiesto che gli organi e i tessuti di Luca possano essere donati. Il ministro ha assicurato la giovane di aver già inoltrato la sollecitazione a Madrid.

Con la richiesta di donare gli organi Chiara ha voluto lanciare un messaggio preciso. «Lo dico sempre in ospedale ai parenti: donare gli organi significa dare al proprio congiunto la possibilità di continuare a vivere in qualcuno che di quegli organi ha bisogno».

«Io e Luca avevamo solo due anni di differenza – ha raccontato sempre Chiara ai colleghi del quotidiano L’Arena – abbiamo sempre fatto tutto insieme anche se io adesso lavoro a Verona e lui nel padovano. Nonostante la distanza eravamo sempre in contatto. Andavamo a fare la spesa insieme e insieme avevamo progettato il viaggio di lui e Marta a Barcellona».

luca russoTra i ricordi che affiorano, quello del giorno della laurea. «L’aveva tanto desiderata e dopo cinque anni esatti l’aveva conseguita brillantemente – spiega -. Era intelligente, bravo, sarebbe stato un papà perfetto. Non aveva mai dato nessuna preoccupazione ai nostri genitori».

La famiglia Russo, residente a Verona, ha ricevuto ieri la visita del sindaco della città, Federico Sboarina. Da ieri, e fino alla fine del lutto nazionale spagnolo, indetto dal premier Mariano Rajoy  sono state messe a mezz’asta le bandiere di Palazzo Barbieri e quelle sopra Porta Nuova.

La città di Verona partecipa al cordoglio internazionale per i gravi fatti di Barcellona, in cui hanno perso la vita anche altri cittadini italiani.

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