Confronto Ordine medici e sindacati: al centro i ritardi nelle liste d’attesa

Ordine dei Medici e sindacati riprendono il confronto. Tra le questioni all'ordine del giorno, il piano di recupero delle liste d'attesa post Covid.

Carlo Rugiu
Carlo Rugiu, presidente Ordine Medici chirurghi e odontoiatri della Provincia di Verona. Foto d'archivio

Liste d’attesa interminabili per ecografie addominali, endoscopie digestive, visite e accertamenti strumentali cardiologici, esami strumentali per l’oculistica e l’otorinolaringoiatria: nel veronese, la massima parte delle richieste per prestazioni che sono state rinviate a causa del Covid e sono tuttora in attesa di essere recuperate riguarda questi àmbiti dell’assistenza.

E proprio lo smaltimento della lunga lista di attività arretrate è la questione che più preoccupa la categoria, adesso che, con lo stanziamento di 49 milioni di euro, la Regione si è prefissata l’obiettivo ambizioso di recuperare entro il 31 dicembre tutte le prestazioni ospedaliere sospese durante i mesi di massima emergenza (in Veneto, al momento, circa 400mila).

È quanto emerso dall’incontro tra l’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri di Verona e gli esponenti del sindacalismo medico. L’appuntamento, fissato per martedì 26 ottobre, ha registrato piena adesione: hanno partecipato dieci sigle sindacali, in rappresentanza della dipendenza, del convenzionamento e della libera professione, i referenti dell’ospedalità privata e religiosa e delle case di cura convenzionate e i rappresentanti degli Odontoiatri. Presenti, per l’OMCeO di Verona, il presidente Carlo Rugiu e il direttivo al completo.

«Il motivo che ci ha spinti a riunirci nuovamente intorno a questo tavolo, dopo un anno e mezzo di stop forzato, è quello di procedere sulla strada già tracciata del confronto e della condivisione tra le componenti professionali, per affrontare unitariamente e con rinnovato vigore le dinamiche che attraversano il comparto della salute», ha sottolineato il presidente Rugiu.

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Liste d’attesa, organizzazione strutture e relazione con i pazienti fra i temi caldi

L’incontro è stata l’occasione per analizzare i “nervi scoperti” della categoria: dalle liste di attesa alla gestione e all’organizzazione delle strutture, dalla diversa relazione con i pazienti, rispetto al passato, al rapporto con le istituzioni sanitarie per quanto riguarda la definizione di ruoli e responsabilità. Per tutti, la priorità da affrontare è la difficoltà di rispondere al volume di richieste dell’utenza nei tempi previsti dal nuovo Piano operativo regionale, anche a causa della carenza di personale sanitario.

A tal proposito, sono state annunciate alcune possibili soluzioni individuate dalla Commissione Ospedale-Territorio dell’Ordine di Verona, sottoposte ai vertici della Sanità del Veneto durante l’ultima riunione del tavolo di confronto – istituito dalla Regione per il recupero delle liste d’attesa – al quale, per l’OMCeO veronese, siede Francesco Orcalli. Fra queste: la necessità di avviare una campagna di informazione della popolazione sulla difficoltà delle strutture di soddisfare in tempi brevi la grande quantità di servizi richiesti, la necessità di fondere i CUP in un unico CUP provinciale che consenta le prenotazioni su tutta la provincia anche da parte dei medici di medicina generale, l’impiego di specialisti in pensione, ma ancora iscritti all’Albo, che possono aiutare a smaltire le liste d’attesa di prestazioni a bassa complessità, per un periodo limitato di uno o due anni.

«I lavoratori della Sanità sono chiamati a erogare un numero sempre maggiore di servizi, a fronte di minori risorse umane», ha sottolineato Rugiu. «Va dunque trovato un equilibrio per dare ai cittadini i servizi che chiedono, con alti standard di qualità. Ecco perché, nel rispetto dei diversi ruoli, considero un valore aggiunto il contributo derivante da un confronto cooperativo con le organizzazioni sindacali».

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