Campagne veronesi gelate: è stata la notte più fredda dell’anno

Temperature fino a -9,5°C sulle campagne veronesi hanno provocato un'eccezionale gelata che ha colpito meli, ciliegi, kiwi, pesche, pere, viti e albicocche: no, non ci riferiamo a quanto accaduto nel 2017, e nemmeno a quest'inverno. Queste sono le temperature registrate nella notte tra il 7 e l'8 aprile, che diventa a tutti gli effetti la notte più fredda dell'anno, nonostante la stagione primaverile.

Un clima insolito che sta facendo preoccupare gli agricoltori e che ha già causato parecchi danni, dopo questa gelata, ancor più gravi rispetto alle previsioni. A tratteggiare un quadro della situazione sono le associazioni di categoria, che hanno inviato alla stampa le loro dichiarazioni in merito a quanto successo la scorsa notte.

Confagricoltura Verona sottolinea come le temperature estreme abbiano provocato «danni gravi a tutti i frutteti» e che, nonostante la gelata fosse attesa, «è stata più tremenda di quanto si temeva. «In certe zone del Veronese la notte scorsa le temperature sono scese perfino a meno 8, non lasciando scampo a tanti alberi da frutta in piena fioritura, che riporteranno perdite importanti».

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«La conta dei danni la faremo la settimana prossima, ma possiamo già parlare di un disastro pari a quello del 2017, quando dopo la metà aprile una gelata seccò i germogli delle viti come se fosse stato autunno – sottolinea Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona -. Si sapeva che la notte scorsa sarebbe stata la più terribile, ma non credevamo che le temperature sarebbero andate così sottozero. E non è finita, perché sono attese altre gelate. Quel che è certo è che ci sono danni importanti in tutta la zona frutticola dall’Est al Basso Veronese. Al momento pare che la produzione più colpita sia quella delle mele da Palù a Zevio, da Legnago fino a Bevilacqua. Abbiamo anche segnalazioni di vitigni danneggiati, in particolare l’uva bianca precoce come lo Chardonnay. I primi germogli, spuntati da poco, sono accartocciati e quasi sicuramente ci saranno perdite parziali o totali».

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A confermare le conseguenze negative sui frutteti è anche Francesca Aldegheri, referente di giunta di Confagricoltura Verona per il settore frutta: “Stavolta è stata una botta tremenda, siamo in ginocchio – dice sconsolata -. Nell’Est Veronese alle dieci di sera eravamo parecchio sottozero e stamattina a meno 6. Chi poteva ha fatto partire i trattamenti antibrina, ma con un gelo simile sono serviti a poco. Abbiamo investito tanto sui ciliegi e ora tutti i fiori sono avvizziti, credo che tutto sia andato perso. Sui kiwi non si è salvata una gemma. Fiori di pesche e albicocche decimati. Ci sono agricoltori che non sono assicurati e sono disperati. Ma anche per quelli che hanno fatto l’assicurazione è dura. Abbiamo da vedere ancora il contributo statale dello scorso anno e pure del fondo nazionale per le gelate, varato nel 2020, non c’è traccia. In Emilia Romagna sono già iniziati i pagamenti, qui in Veneto siamo all’anno zero».

Pietro Spellini, frutticoltore di Villafranca, ha salvato buona parte della frutta perché ha installato quasi ovunque gli impianti antibrina: «Ho danni sui peri, ma le mele e le more spero di averle salvate. Nel Villafranchese invece ci sono gravi danni ai kiwi. C’è chi ha perso quasi tutto e chi ha avuto anche danni alle orticole sotto tunnel».

Andrea Foroni, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Veneto, ha perso parte della produzione di kiwi: «Sono stato fuori tutta la notte e il gelo era tremendo, perché era completamente sereno. Perfino gli impianti antibrina non sono riusciti a salvare i frutti. In mezzo ai filari c’è ancora ghiaccio, non sono in grado di quantificare le perdite, tantopiù che stanotte è attesa un’altra gelata, anche se con temperature inferiori. Ci auguriamo che venga decretato lo stato di calamità e che arrivino sostegni, perché altrimenti saremo in ginocchio».

Anche Coldiretti Verona si unisce a quanto riportato da Confagricoltura e procede alla conta dei danni. «Una gelata così nelle campagne veronesi non si vedeva da anni. Le temperature nella provincia veronese sono scese di diversi gradi sotto lo zero fino a -8 in alcuni territori e per lungo tempo dalle 23 del 7 aprile alle 7 di mattina dell’8. Il freddo è stato impietoso per i frutteti già in fiore, le piante di kiwi con le nuove gemme, i meli e i peri all’inizio della vegetazione oltre alle orticole in pieno campo. I primi danni sulle colture sono già visibili come la lessatura dei tessuti, con i germogli peduncoli e di colore ambrati e i fiori aperti che pochi giorni fa erano bianchi o rosa e ora sono ”secchi”».

«Avanzare una stima dei danni a poche ore dalla gelata è difficile e poco realistico, pertanto è necessario fare le apposite verifiche nei prossimi giorni in cui sarà più evidente la situazione – evidenzia Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Verona che aggiunge – gli imprenditori agricoli si sono attrezzati per tempo con sistemi di protezione e impianti antibrina ma l’eccezionalità della gelata con temperature così basse rende poco efficaci gli interventi».

«Tutti questi sfasamenti stagionali – ricorda Coldiretti Verona – hanno un costo per i produttori i quali, oltre ad affrontare ulteriori oneri per il riscaldamento, devono necessariamente utilizzare strumenti sempre più tecnicamente avanzati per mettere in salvo verdura e frutta. Siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha fatto perdere – conclude la Coldiretti – oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti».

La notte più fredda dell’anno

«Una gelata senza precedenti e stanotte si replica»: è il commento di Codive, Consorzio difesa Verona, che riporta come le centraline meteo abbiano segnato punte fino -9,5°C sul terreno. «Stamattina il panorama era artico in numerosi campi della provincia, frutteti in particolare, soprattutto nella Bassa Veronese. Un dato per tutti: una delle nove centraline meteo del Codive, quella di Palù, alle ore 5.51 di stamattina ha segnato -9,5° sul terreno» spiega Luca Faccioni, il Presidente del Condifesa Verona Codive, consorzio di agricoltori che si occupa dell’assicurazione agevolata in agricoltura per la tutela del reddito aziendale dai danni da maltempo, che aggiunge: «Negli ultimi due giorni l’abbassamento delle temperature è stato importante e repentino Il periodo primaverile è sempre molto delicato perché la natura è in pieno risveglio vegetativo e repentini abbassamenti della temperatura, uniti ad una persistenza del gelo mettono a dura prova le colture agricole. In questo periodo infatti le viti e i kiwi, stanno germogliando, mele e pere sono in piena fioritura e questa è una delle fasi più delicate, il gelo potrebbe mettere a rischio la produzione dell’anno. Adesso è l’emozione a farla da padrona, ma per la valutazione dei danni in maniera concreta è necessario attendere una decina di giorni».

«Germogli ghiacciati, frutti bruciati, foglie avvizzite nei campi di Valeggio sul Mincio, Palù, Albaredo (che ha segnato -5° stanotte), Ronco all’Adige, Oppeano, Cerea e una vasta area limitrofa. Colpiti i frutteti di pere e mele, in piena fioritura, ma si teme anche per i germogli dei kiwi e delle viti». Ora si attende un’altra notte di gelo, che forse sarà addirittura più intenso: attendiamo un’altra notte di gelo, forse anche più intenso di quello della notte scorsa – prosegue Michele Marani, direttore del Codive Verona – sono momenti difficili per i nostri 8.314 soci, stiamo monitorando tutte le variabili atmosferiche attentamente. Codive per cercare di tutelare sempre più i propri soci ha installato, a proprie spese, 9 centraline nella provincia veronese, in maniera da migliorare ed integrare i dati rilevati dalle centraline Arpav presenti sul territorio. In questo modo mettiamo a disposizione dei nostri associati i dati rilevati, utili per tutelare  i danni alle colture dei nostri soci con maggiore dettaglio. Oltre ai dati relativi alle temperature, sono disponibili ulteriori dati relativi a pressione atmosferica, umidità e vento. Le centraline sono state poste nelle proprietà dei soci Codive a San Mauro di Saline, San Martino Buon Albergo, Verona, Vigasio, Bovolone, Palù, Minerbe, Casaleone e Villa Bartolomea».

In crisi la produzione di kiwi

Questo l’allarme di Cia Verona: «La gelata terribile di stanotte è stata preceduta da giornate con temperature diurne elevate e questo ha stimolato le piante a germogliare. I risultati sono disastrosi. La produzione di kiwi è stata azzerata. Compromesse del 60- 80 per cento le produzioni di meli e peri e ancor più gravi danni ai peschi – sottolinea Andrea Lavagnoli, presidente di Cia – Agricoltori Italiani Verona: “Letteralmente lessati i turioni di asparagi che si dovevano raccogliere stamane e nei prossimi giorni. Zucchine e peperoni sotto tunnel colpiti per il 20 per cento. Nei prossimi giorni si potrà fare con precisione la conta dei danni. Chi ha attivato l’impianto irriguo sui frutteti in funzione antigelo attende di conoscere l’impatto. Questi sono eventi atmosferici, come accade d’estate, repentini e di particolare violenza e catastroficità per le culture agricole e non solo».

Gli strumenti assicurativi in relazione alle gravità del danno sono inadeguati a offrire un ristoro pari alla perdita subita. «Le gelate si contraddistinguono, in termine assicurativo di rimborso del sinistro, dal fatto che mentre per la grandine si ha una franchigia del 10 per cento, le gelate sono al 30 per cento – spiega Lavagnoli -. Vale a dire che se ho il 50 per cento di danno da gelata, riceverò un rimborso del 20 per cento, mentre con la grandine avrò un rimborso del 40 per cento. La gelata, quindi, vale la metà rispetto a un danno da grandine. È sempre più difficile fare il mestiere dell’agricoltore in queste condizioni, anche a fronte di investimenti di protezione delle colture sottratti ad altri obiettivi produttivi, in quanto gli eventi climatici trascinano con sé altre problematiche, come ad esempio il proliferare di insetti alieni e l’impossibilità di programmare le produzioni».

La situazione nelle province del Veneto

A parlare è Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto :«È forte la preoccupazione per le gelate che stanno colpendo tutto il Veneto, in particolare nelle province di Verona, Padova e Vicenza dove le temperature hanno raggiunto punte mai viste in tutto l’inverno – sottolinea -. L’entità del danno si potrà capire tra qualche giorno e ci si augura che sia contenuta, dato che il Veneto è la prima regione italiana per la viticoltura e tra le più importanti per l’agricoltura in generale. Da alcuni anni siamo alle prese con cambiamenti climatici che comportano tempeste, grandinate, gelate tardive e bruschi sbalzi di temperatura, facendo diventare sempre più difficile il mestiere dell’agricoltore e causando cali alla produzione e costi sempre più alti a carico delle aziende».

  • Verona: Danni importanti in tutta la zona frutticola. Al momento pare che la produzione più colpita sia quella delle mele da Palù a Zevio, da Legnago fino a Bevilacqua, con perdite in certi casi anche totali. Danni ingenti anche per i ciliegi nell’Est Veronese. Segnalazioni di vitigni danneggiati, in particolare l’uva bianca precoce come lo Chardonnay. Nella zona di Villafranca colpiti kiwi, peri e meli.
  • Padova: A Montagnana segnalati danni su vite, patate e cipolle. A Conselve gravi danni sulle uve precoci come la Glera da Prosecco. Nell’Alto Padovano i danni sono soprattutto ai kiwi. A Pernumia, San Pietro e Monselice colpite fragole, pesche e pere. Tra Vighizzolo d’Este e Sant’Urbano perse centinaia di quintali di angurie e zucche.
  • Vicenza: Segnalazioni di danni ai vitigni di uve precoci, ai ciliegi e alle varietà di mele precoci.
  • Treviso: Provincia colpita dalle gelate a macchia di leopardo. Le perdite maggiori sono per i kiwi, con picchi fino al cento per cento nella fascia pedemontana da Montebelluna a Nervesa e Volpago. Nella stessa zona danni anche agli asparagi. Ad Asolo grandi danni alle ciliegie, alle albicocche e ai melograni. Meno problemi per la vite, perché è in una fase fenologica ancora arretrata. Nell’area del Valdobbiadene nessun danno sostanziale all’uva Glera.
  • Rovigo: Segnalazioni di danni alle frutticole: mele, pere, susine, albicocchi e peschi.
  • Venezia: Segnalazioni nel territorio del Veneziano Orientale soprattutto per danni all’uva Glera. Preoccupazione per la bietola, ma le eventuali perdite saranno da verificare nei prossimi giorni.

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