Botta e risposta in comune sulla conferma di Mangolini: Tosi: «Bando invisibile»

Volano le accuse tra i consiglieri dell'opposizione, Tosi, Bisinella, Drudi e Meloni, e l'assessore alla Cultura, Francesca Briani. Il motivo della querelle sarebbe la mala gestione della cultura e la conferma di Carlo Mangolini come direttore artistico del settore spettacoli di Verona.

Tosi e Briani

All’indomani della conferma di Carlo Mangolini in qualità di direttore artistico degli spettacoli del Comune di Verona, piovono le critiche sulla gestione del bando e sull’offerta culturale da parte dei consiglieri comunali di Fare Verona e Lista Tosi.

Flavio Tosi
Flavio Tosi

Flavio Tosi, Daniela Drudi, Patrizia Bisinella e Paolo Meloni, sono intervenuti in conferenza stampa ieri mattina affermando che «l’offerta culturale a Verona è scarsa. C’è un calo sia di qualità che di quantità degli eventi. L’ultimo esempio è Verona in Love, nei giorni di San Valentino un mezzo flop, anche come indotto turistico. Del resto quella manifestazione, un tempo di respiro internazionale, è diventata una kermesse da strapaese».

Nel frattempo, ha sottolineato Tosi, «l’Amministrazione Sboarina ha fatto cassa con la Fondazione Arena: per lo stop causa Covid, infatti, ha ricevuto lauti sussidi dallo Stato mentre, con le produzioni ferme, tagliava i costi. Quell’avanzo non è stato reinvestito e ne sanno qualcosa gli stessi lavoratori della Fondazione. Infine Mangolini, che negli ultimi due anni da direttore artistico ha di fatto “appaltato” l’Estate teatrale veronese a Venezia (lui è dipendente del Teatro Stabile del Veneto), è stato rinnovato per altri tre anni grazie a un bando invisibile e pubblicato per pochissimo tempo. Tutto legale, per carità, ma fortemente scorretto». Sul punto è intervenuta anche Daniela Drudi: «Non sempre un atto legale è anche opportuno da un punto di vista politico e corretto dal punto di vista della pubblica amministrazione. Il comportamento dell’Assessore alla Cultura Briani è emblematico in questo senso. Ha deciso di rinnovare per ben tre anni a Mangolini e lo ha fatto con una procedura comparativa il cui avviso di partecipazione al pubblico è rimasto semi-clandestino, comparso solo sul sito del Comune, senza alcuna comunicazione sui media. Tanto è vero che in città, e non solo, nessuno di coloro che potevano essere interessati se ne è accorto. Così ci sono state solo tre domande di partecipazione, tutte non veronesi, e tra queste c’era chi sapeva benissimo della procedura comparativa. A pensar male si fa peccato ma a volte ci si azzecca: è stata una procedura legale ma scorretta, per mancanza di adeguata pubblicizzazione. Tra l’altro il vincitore Mangolini sembrerebbe una persona che, essendo dipendente del Teatro Stabile del Veneto, tiene il piede in due staffe (unico tra i direttori dei festival teatrali importanti). Perché non si è fatta una proroga dell’incarico di qualche mese, in attesa che la nuova Amministrazione potesse decidere come comportarsi con il direttore artistico? È stata un’evidente forzatura. Una scorrettezza etica e politica inaccettabile».

Bisinella ha concluso: “Ieri è stato inaugurato il Museo Archeologico e Sboarina ha avuto il coraggio di metterci pure il cappello, sebbene si tratti di un museo statale creato con fondi statali”.  

La risposta di Briani

Assessore Francesca Briani: Cultura, Turismo. Manifestazioni, Pari opportunità
Francesca Briani, assessora a Cultura, Turismo. Manifestazioni, Pari opportunità del Comune di Verona

Non si è fatta attendere la risposta dell’assessora alla cultura Francesca Briani: «Sermoni sulla regolarità degli incarichi da parte del consigliere Flavio Tosi, no grazie. Mentre il direttore artistico Carlo Mangolini è stato sia scelto sia confermato tramite un regolare bando pubblico, il cui avviso di selezione è stato pubblicato come prevede la normativa nei tempi e nei modi, in passato invece erano all’ordine del giorno i percorsi fantasiosi per far liquidare compensi di 30 mila euro a chi, per legge, doveva essere a titolo gratuito».

«Negli anni passati, l’allora sindaco, avrebbe potuto fare un regolare bando visto che, come afferma assieme alla consigliera Daniela Drudi, ci sono tanti professionisti e operatori qualificati a Verona. Noi abbiamo fatto una selezione aperta a tutti, come quella che abbiamo da poco concluso e che, al contrario di quello che vorrebbero far credere, era talmente evidente che sono arrivate domande da Agrigento e da Bologna. Siamo orgogliosi che sia stato riconfermato il direttore Mangolini. Ha preso in mano il sistema teatrale del Comune di Verona pochi mesi prima del Covid. E, per due anni, nonostante la pandemia e le incertezze dell’ultimo minuto, ha tenuto vivi i nostri teatri, con stagioni di eccellenza che hanno motivato e sostenuto un intero comparto, attirato a teatro i giovani che da anni erano totalmente assenti e dato nuovo impulso all’offerta culturale cittadina, nel segno dell’innovazione e della multidisciplinarietà. L’Estate Teatrale Veronese è stato un “unicum” a livello nazionale sia nell’estate 2020 che in quella 2021. Il Grande Teatro e l’Altro Teatro, saltati l’anno scorso per le chiusure governative, quest’anno stanno registrando un ottimo successo di pubblico. Tosi, invece, vorrebbe mettere a confronto questi miracoli con quello che succedeva prima. Senza dire, ad esempio, che i numeri non possono tornare dato che i posti al Teatro Romano da 1.700 sono diventati 310 nel 2020 e 540 nel 2021 per le misure anticontagio. Un paragone assurdo che non regge. Così come l’attacco alla fattiva collaborazione con i soggetti teatrali regionali, che da sempre contraddistingue il modus operandi della città di Verona, avveniva anche sotto la sua amministrazione. Anzi, con Tosi, il Comune di Verona in quanto socio di Fondazione Atlantide–Teatro Nuovo, entrò attraverso questa Fondazione addirittura quale socio del Teatro Stabile del Veneto, anche con un passaggio in giunta».

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