A scuola di italiano nei centri estivi per bambini e ragazzi stranieri: è l’iniziativa organizzata dal Cestim, Centro Studi Immigrazione, in collaborazione con Rete Tante Tinte e oltre 30 direzioni scolastiche di Verona e Vicenza.
L’esperienza educativa si è conclusa ieri quando, ragazzi ed educatori, si sono salutati prima delle vacanze estive; presenti anche docenti e rappresentanti delle istituzioni. La giornata di chiusura si è tenuta nella sede del Liceo Montanari, a Palazzo Ridolfi, insieme al sindaco Damiano Tommasi e all’assessore alle Politiche giovanili, Pari opportunità e Servizi sociali Jacopo Buffolo. Ha preso parte all’evento anche la vice presidente del Consiglio comunale, Veronica Atitsogbe.
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Presenti il dirigente Tecnico dell’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto Laura Donà; il dirigente della Rete Tante Tinte Piergiorgio Sartori e la coordinatrice della Rete Tante Tinte, Monica Tardiani; il preside del Liceo Montanari, Matteo Sansone, la segretaria generale della Fondazione San Zeno, Rita Ruffoli, oltre al presidente del Cestim Raffaello Zordan. In collegamento a distanza ha dato il proprio contributo anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

Da oltre venti anni il Centro Studi Immigrazione di Verona, con il sostegno economico della Fondazione San Zeno, porta avanti l’iniziativa dei corsi di lingua per l’integrazione scolastica di giovani provenienti da contesti migratori. Si tratta di un progetto unico in Italia per longevità e dimensioni territoriali che ha visto coinvolti un centinaio di giovani docenti e alcuni volontari delle scuole superiori per impartire le lezioni ai bambini e ragazzi stranieri.
«Non sarei potuto mancare all’appuntamento di oggi – ha detto il sindaco Tommasi-. Anzitutto perché il Cestim è una delle prime associazioni che ho incontrato quando ho iniziato la mia avventura politica, e poi perché conosco bene l’impegno profuso nei centri estivi per ragazzi e il loro valore sociale. I centri estivi oltre infatti a dare continuità all’attività educativa, rappresentano un’occasione di importante arricchimento per i nostri giovani, grazie al confronto e alla relazione con gli educatori e alla possibilità di condividere reciproche esperienze e farne di nuove, per un arricchimento anche fuori dai banchi di scuola. Con l’assessore Buffolo alle Pari opportunità e all’Innovazione condivido l’idea che l’innovazione più urgente sia quella di parlare di giovani ai giovani e, soprattutto, con i giovani. Quando lo schema insegnante – alunno viene destrutturato riusciamo a vedere la nostra realtà e le vostre scuole con occhi nuovi e a trovare quell’energia che ci portiamo dentro tutto l’anno, sia i ragazzi che frequentano i centri, sia gli insegnanti che poi tornano nelle classi. Questa è la strada di crescita della comunità. Il nostro obiettivo è quello di rappresentare tutta la comunità e le tante diversità che la arricchiscono, trovando la sintesi per farle convivere al meglio e dare a tutti la possibilità di essere valorizzati. Il contributo del Cestim in questa visione resta prioritario, per l’esperienza ma soprattutto per gli obiettivi e le modalità con cui li persegue».
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«Ho la grande responsabilità di rappresentare la diversità che a Verona esiste e di cui Cestim è la dimostrazione con la sua presenza da ventidue anni sul territorio – commenta la consigliera Atitsogbe -. La diversità deve essere portata avanti anche attraverso queste organizzazioni, a cui va sicuramente riservato uno spazio importante nella nostra città, ma soprattutto tramite questi bambini e ragazzi che sono il nostro futuro. L’opportunità di educazione e apprendimento della lingua è molto importante, la maggior parte di questi ragazzi trasferisce infatti i propri saperi ai genitori, dando loro un aiuto fondamentale».
«Sono lieto di aver potuto dare la disponibilità logistica e rendere disponibile la nostra sede in corso Porta Nuova presso il Cangrande con tutta la strumentazione richiesta. Nell’ottica dell’alleanza sul territorio e di una scuola aperta, ho subito colto positivamente questa richiesta che si è poi realizzata con successo», conclude Matteo Sansone, preside Liceo Montanari.
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