«Le loro vite valgono più dei giochi politici». Non c’è ancora un porto dove attraccare. La Sea Watch è bloccata a un miglio dalla banchina, i 42 migranti sono da due settimana in mare e ora davanti alla terra.
«Non per provocazione ma per responsabilità» con queste parole nella notte tra martedì e mercoledì la comandante della Sea Watch 3 ha forzato il divieto di ingresso nelle acque italiane dopo due settimane in mare, per portare a terra 42 persone salvate al largo della Libia.

La nave per 14 giorni si è tenuta fuori dal limite delle acque territoriali italiane come prevedono alcune misure del decreto sicurezza bis. Fino a ieri quando ha cercato di avvicinarsi al nostro paese. Ora si trova poco lontano dal porto di Lampedusa ma ancora non può attraccare. In queste ore si è mossa avvicinandosi ulteriormente al porto di Lampedusa. Ora, a quanto si può verificare, si trova a circa 500 metri da terra. Accanto alla nave ci sono una motovedetta della Guardia di finanza ed una della Guardia costiera. L’Ansa dice che «la nave potrebbe essere in procinto di attraccare al molo commerciale. Gli uomini della capitaneria di porto, infatti, hanno fatto allontanare dal molo due grossi pescherecci per liberare il punto di ormeggio. Fino ad ora, tuttavia, non vi sono conferme ufficiali».
Il ministro dell’interno oggi ha ribadito che la nave rimarrà bloccata dov’è se l’Ue non starà alle sue regole che sono: metà migranti devono andare ad Amsterdam, l’altra metà a Berlino, la nave deve essere sequestrata («Se la nave viene sequestrata e l’equipaggio arrestato io sono contento»).
In queste ore reazioni da tutto il mondo politico e non solo in queste ore. La raccolta fondi per eventuali spese legali e sanzioni di Sea Watch ha raggiunto in meno di 24 ore è arrivata a 100mila euro con oltre 5mila donatori.
(La foto è della pagina facebook, non riporta i numeri aggiornati, mentre scriviamo si è a quota 167.524 euro)
Tra le fila dei donatori anche l’ex consigliere regionale Mao Valpiana che spiega: «La difesa ed il rispetto della vita umana sono principi universali, che rispondono ad una legge superiore».
CAROLA, ECCO COSA RISCHIA LA CAPITANA
Confisca della nave, multa di 50mila euro e l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina: questo quello che rischia Carola Rackete, la capitana che ieri ha violato i divieti d’ingresso nelle acque territoriali italiane.

DUE PRESIDI IN CITTA’ A SOSTEGNO DI SEA WATCH
Intanto stasera a Verona Nigrizia promuove un incontro alle 20 sul sagrato del Tempio Votivo, «Abbracciamo la comandante Carola che ha deciso, nonostante leggi e divieti ingiusti, di rispettare i diritti umani». Domani alle 19 si terrà un presidio promosso dall’associazione veronesi aperti al mondo a Ponte Pietra per sostenere la Sea Watch «Qui non parliamo di merci, parliamo della vita, della vita di 42 persone». Venerdì alle 19 a Ponte Pietra alcune associazioni veronesi promuovono un presidio «la nostra solidarietà è più forte del vostro odio!».
GLI ALTRI SBARCHI
Dopo quelli dei giorni scorsi, altri 40 migranti sono arrivati sull’isola a bordo di imbarcazioni improvvisate. Senza polemiche politiche.