Modesto Gugole, allevatore di Campofontana: “Le aziende stanno chiudendo e quando finirà il bestiame i lupi deprederanno l’uomo”.
Non più emergenza ,ma un vero e proprio dramma economico e sociale. La predazione dei lupi in Lessinia, altopiano che domina Verona, non si arresta, anzi cresce. Il fenomeno nel 2017 ha subìto un’impennata drammatica. Tra ovini e bovini sono 70 i capi predati e uccisi finora, contro i 67 dell’intero 2016.
Il problema è in primis economico, spiega Modesto Gugole, allevatore di Campofontana, Lessinia orienale, zona che di recente ha visto la predazione di 12 capi: “Le aziende stanno chiudendo, quelle stesse aziende agricole che muovono l’economia della zona, che danno lavoro e cibo spariranno tutte”
A ciò si aggiunge il decremento del turismo e soprattutto la paura per l’uomo: “Appena finisce il bestiame i lupi deprederanno noi, come succedeva 150 anni fa. Gli studiosi ci dicono che il lupo non attacca l’uomo ma basta andare a leggersi gli archivi fa per sapere che un secolo e mezzo fa i lupi, in assenza di bestiame, attaccavano l’uomo” spiega Gugole:
Ma come fare? “Spostiamo i lupi in zone alpine non abitate e senza attività produttive” dice Gugole.
Gugole infine ne ha anche per la classe politica. La sua tesi è che i lupi, in Lessinia, siano stati portati di proposito per poi avere accesso ai fondi che l’Europa eroga con il progetto Life Wolf Alps cui la Regione Veneto ha aderito.
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