Quel che non si può inventare si può (e si deve) copiare

New call-to-action

Sindaci e Amministratori, provenienti da tutto il Paese, condividono buone pratiche e si scambiano esperienze sulla piattaforma “Italia in Comune”, da poco divenuta associazione. Tra i fondatori anche Carlo Gambino, consigliere comunale di San Zeno di Montagna.

di Luca Spaziani

In un periodo in cui sembra regnare un clima di sfiducia nei confronti della politica nazionale e locale, sembra che una risposta e un segnale positivo possano giungere solo dalla politica stessa, chiamata a mettere in campo le sue energie migliori; magari diffondendo le buone pratiche sperimentate da amministratori volenterosi e appassionati che, mettendo da parte i vessilli di Partito, scelgono di condividerle affinché altri colleghi possano replicarle.

Fare insieme per fare meglio” è lo slogan di “Italia in Comune”, la piattaforma, divenuta da poco un’Associazione riconosciuta, fondata da un gruppo di sindaci e amministratori locali provenienti da tutta Italia che hanno scelto di mettere in comune azioni e progetti ad alto valore aggiunto per la collettività.

Tra questi anche Carlo Gambino, giovane consigliere di maggioranza del Comune di San Zeno di Montagna: «Una sera d’autunno del 2014 – racconta – mi trovavo con una quindicina di ragazzi, tutti giovani amministratori, in Val D’Aosta, presso la scuola di alta formazione politica fondata dall’ex presidente della Camera Luciano Violante. Chiacchierando e confrontando le nostre esperienze arrivammo alla conclusione che l’unico modo per fronteggiare una tale scarsità di risorse per i Comuni, con i rubinetti dello Stato centrale sempre più col contagocce, era quello di mettere a fattor comune quanto di buono ciascuno di noi stava portando avanti nel proprio territorio al fine di replicarlo altrove risparmiando tempo, energie e risorse legate alla fase di progettazione. Decidemmo quindi di tenerci in contatto dopo il corso per iniziare a scambiarci materiali».

Di strada, da quella sera, in poco più di un anno quest’iniziativa ne ha compiuta molta: sono stati organizzati tre incontri nazionali, coinvolti 400 amministratori provenienti da 200 Comuni italiani, mentre sono già oltre 40 le buone pratiche condivise e pubblicate sul sito www.italiaincomune.it. Poi, lo scorso 10 gennaio, la nascita dell’Associazione con la firma dello Statuto avvenuta a Roma «proprio dietro al Parlamento», sottolinea orgoglioso Gambino. «Siamo partiti con l’obiettivo di ottimizzare le poche risorse disponibili, ora vogliamo rappresentare il volto dell’Italia che funziona e della buona politica vicina ai cittadini che si impegna per cercare soluzioni nuove».

Nessun colore politico, nessun prerequisito per entrare nella rete che anzi, ricorda Gambino, «ad ogni convegno vede partecipare un numero sempre maggiore di Comuni». Solo una regola: «Che ad essere condivise non siano idee ma buone pratiche già certificate, deliberate e almeno in parte realizzate».

Dalla riqualificazione di aree degradate attraverso la creazione di orti urbani alla consegna a domicilio di pasti per anziani e indigenti, dalla digitalizzazione dell’archivio storico comunale alla gestione del dopo-scuola affidata ai volontari, dai defibrillatori pubblici ai Consigli di Frazione, dal controllo del vicinato al rilancio dei musei: le buone pratiche condivise all’interno di “Italia in Comune” spaziano tra il sociale e l’urbanistica passando per l’arte e la cultura.

Presto, nell’elenco potrebbe entrare anche un’iniziativa targata Verona: «A San Zeno e in altri 11 comuni della zona – racconta Gambino – stiamo sviluppando un progetto per rilanciare il turismo sportivo di montagna uniformando la segnaletica per renderla più comprensibile, evidenziando i punti panoramici e gli itinerari più adatti per le diverse discipline (trekking, mountain bike, deltaplano etc.…). Se la cosa prenderà piede la porterò certamente all’attenzione dei colleghi».

E dal patrimonio di “Italia in Comune” cosa si potrebbe attingere per il Veronese? «Sicuramente – spiega Gambino – alcune buone pratiche connesse all’urbanistica. Nella nostra zona vediamo spuntare ville e palazzi che nulla c’entrano col contesto nel quale sono inseriti. Alcuni Comuni hanno sperimentato la possibilità di emanare il regolamento edilizio con il coinvolgimento degli architetti, per garantire che lo stile di costruzione e i materiali utilizzati siano conformi alle specificità del luogo. Penso che ciò sarebbe necessario anche dalle nostre parti».

Di questo ed altri argomenti “Italia in Comune” potrà discutere, nel prossimo futuro, proprio sui monti della Lessinia: «Tra poco ci ritroveremo a Cerveteri, nel Lazio, per festeggiare il nostro primo anno di attività, poi faremo una puntata sulle Isole e successivamente – promette Gambino – mi impegnerò per organizzare un incontro a San Zeno, magari coinvolgendo anche qualche comune vicino».