Invece che essere fuori, a godersi i primi giorni estivi senza scuola, la bambina di 10 anni della provincia di Verona, che ha contratto un’infezione da tetano, è ricoverata in un letto della terapia intensiva pediatrica dell’ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento. «Le sue condizioni sono stazionarie» conferma ai nostri microfoni Francesco Cobello, direttore generale di AOUI. In questo momento le stanno somministrando farmaci sia per combattere l’infezione che i sintomi; si rimane in attesa di vedere come reagisce. La piccola non è mai stata vaccinata e quindi non risulta sottoposta alla profilassi antitetanica.
I DATI. Ulss Scaligera da noi contattata per il momento non commenta la vicenda. Nel 2018, le coperture vaccinali contro il tetano nel comune di Verona sono state pari al 94%. I ricoveri per questa malattia non avvengono da decenni nel Veronese. La vaccinazione è fondamentale perché se si ha contratto la malattia una volta questo non conferisce immunità permanente. «Le spore del tetano non possono essere eliminate dall’ambiente in cui viviamo» chiarisce l’Ulss sul sito. Ci si può ammalare solo se le spore vengono a contatto con una ferita. Si capisce facilmente che il rischio di ammalarsi è molto alto per chi non è stato sottoposto alla vaccinazione. Per i bambini si tratta di 5 dosi: un ciclo base di 3 dosi nel primo anno di vita (al 3°, 5° e 13° mese) seguito da due dosi di richiamo all’età di 6 e 14 anni. Dopo la 5° dose, vengono proposti richiami ogni 10 anni.
L’INCIDENZA. Negli anni Novanta l’incidenza del tetano nel nostro Paese era di circa 10 volte superiore alla media europea e a quella statunitense. Una riduzione sensibile si è comunque verificata rispetto agli anni Settanta. Nonostante i grandi successi raggiunti, oggi il 70 percento delle persone che contraggono la malattia è anziana (oltre i 64 anni, il 70% dei casi).
LA REAZIONE DI BURIONI. «Sul tetano girano tantissime bugie. I somari antivaccinisti sostengono che non è un pericolo reale per chi non vive a contatto con gli animali, che basta pulire le ferite con acqua ossigenata per evitarlo, che si può prevenire con la vitamina C e che spesso si è immuni naturalmente. – scrive il noto immunologo sui suoi social – Tutte scemenze. Il pericolo è ovunque, anche una piccolissima ferita può provocarlo, l’acqua ossigenata e la vitamina C sono inefficaci e soprattutto non esiste una immunità naturale. L’unico modo per essere protetti è vaccinarsi».

SOCIAL, FAKE NEWS E POST NO-VAX. Dal 15 maggio anche Twitter si è aggiunto all’elenco dei social network (Facebook, Instagram, Pinterest, Youtube) che contrastano la disinformazione sui vaccini e penalizzano i post no-vax. Su Twitter, quando si cercheranno contenuti relativi ai vaccini, gli utenti vedranno un link che li reindirizzerà al sito vaccines.gov gestito dal Dipartimento della salute degli Stati Uniti (il servizio al momento funziona su mobile per gli Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Brasile e Corea del Sud). Su Facebook, invece, verrà ridotto il ranking dei gruppi e delle pagine che diffondono informazioni errate sulle vaccinazioni in News Feed e Search. Oltre ad un’azione preventiva, sarà anche attivata una funzione proattiva: più spazio alle informazioni corrette in sinergia con l’Organizzazione Mondiale della Sanità.