Francesco “Furia” Salzani è un artista poliedrico di 40 anni originario di Tregnago. Ha cominciato da giovanissimo a dedicarsi alla musica e a dipingere, riscuotendo successo a Verona e nel mondo, grazie alle sue esposizioni e all’utilizzo dei social network. L’ultima mostra lo ha visto protagonista all’Antica Fiera di San Martino di Tregnago dall’11 al 13 novembre, nell’Auditorium.
La vita di un paese di provincia è diversa da quella della città, perché ci sono persone e personaggi conosciuti da tutti, che la arricchiscono, lasciandone un segno indelebile. Questo è il caso di Francesco Salzani, un personaggio originale, riconoscibile dal suo cappellino all’indietro e dalla sua folta barba; è uno di quei tipi caratteristici più amati di un luogo, che non puoi non fermare per una chiacchiera tra una birra e l’altra.
“Furia” di giorno è un magazziniere della Globo S.p.a. e di notte è un artista. Ha studiato al Liceo artistico “Nani-Boccioni”, realizzando da subito opere con l’originale tecnica del dripping (“sgocciolamento” di colore su un supporto orizzontale, ndr); ma allo stesso tempo si allontana da essa perché la sua arte è caos apparente: non si tratta di semplici grovigli di linee e di macchie filiformi e circolari; alla base vi è una ricerca e uno studio accurato dell’accostamento dei colori e della loro densità. La luce gioca un ruolo fondamentale perché, posizionandola in diversi punti, crea degli effetti visivi inaspettati. I materiali su i quali lavora sono di scarto industriale e provengono dall’edilizia (guaine di copertura, assi di legno, casse, bancali, pannelli, mensole); viene data loro nuova vita, esaltandone le caratteristiche, esprimendo tutta l’energia e le emozioni dell’artista e trasmettendole poi ad un osservatore che resta stupito dalla logica cromatica. Francesco è anche il batterista del gruppo Xavante, nota band di Illasi, ed è proprio questo ruolo ad incidere nella sua arte, perché il ritmo e la potenza rock vengono trasmessi attraverso l’abbinamento forte dei colori acrilici. La tridimensionalità dei suoi quadri è data dalla sovrapposizione della pasta modellabile – a volte di tipo fluorescente – con materiali diversi. Il colore è studiato per sconfinare oltre il limite della cornice e per riconsegnare la nitida identità di ciascun materiale impiegato.

Nel 2010 ha realizzato l’arredamento del locale del fratello, facendosi così notare da altri commercianti e da possibili acquirenti. Da allora, ha allestito case, uffici, pizzerie e ristoranti, annoverando esposizioni all’Art Pollution Festival (2010 e 2011), alla collettiva organizzata dalla Biblioteca Comunale di Tregnago nel 2010, al Penta Party Motoraduno a Badia Calavena nel 2011, in aziende vinicole e in hotel. L’esposizione realizzata nella terrazza del Due Torri Hotel di Verona, il 19 settembre 2015, è stata la prima ad essere concessa ad un artista privato. Proprio qui è stato notato da un ingegnere civile giapponese, a cui ha inviato due quadri ad Hong Kong; tutto ciò è stato possibile solo dopo aver ottenuto una certificazione di spedizione internazionale attraverso l’iscrizione all’albo degli artisti contemporanei.
«Quando vedo un materiale me lo immagino già dipinto e ci credo fino alla fine; la stesura del colore avviene in modo istintivo, ma non casuale; infatti, anche solo una macchia sbagliata, può rovinare la composizione. Il mio sogno è quello di esporre sulla Torre dei Lamberti di Verona», spiega Francesco.
Pittura e musica si fondono nella vita del “Furia”, che resta sempre se stesso nonostante le 10 mila visualizzazioni su Google Maps, gli apprezzamenti su Instagram, le sue opere vendute in California, Francia, Spagna e nel resto d’Italia; è stato addirittura notato dal Museum of Fine Arts di Boston. La sua arte è semplice come semplici sono i materiali di scarto da lui ripescati, che divengono finestre per sognare ad occhi aperti.
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