Non autosufficienti: fondo regionale di 754 milioni

Ammonta a 754 milioni di euro il fondo regionale per i non autosufficienti per il 2015 approvato dalla Giunta regionale e ora trasmesso all’esame della commissione sanità del Consiglio regionale.

La delibera di riparto, presentata dall’assessore al sociale Manuela Lanzarin di concerto con l’assessore alla sanità Luca Coletto,  conferma la stima ‘storica’, prestabilita a inizio anno,  di 718 milioni, ripartiti tra le 21 Ulss regionali per i servizi di assistenza ad anziani, disabili e cronici, gli assegni di domiciliarità e le impegnative per le case di riposo. E definisce l’utilizzo dell’ulteriore quota di 35,6 milioni di euro: una quota non ripartita tra le aziende territoriali, ma gestita a livello centrale per coprire spese, servizi e interventi a valenza regionale.

“Il riparto 2015 del fondo regionale – dichiara l’assessore Lanzarin – conferma l’attenzione di questa amministrazione regionale al sociale e ai servizi per disabili, anziani e cronici. In particolare, rispetto ai precedenti riparti, il fondo 2015 finanzia anche le miniquote, cioè i contributi regionali di ‘sollievo’ alle rette per gli ospiti delle case di riposo che non godono ancora delle impegnative di residenzialità. E’ un aiuto concreto alle famiglie per sostenere i costi dei servizi residenziali”

Nel dettaglio, i 35,6 milioni di ‘quota accentrata’ sono così suddivisi: 9 sono destinati a pagare i ricoveri dei pazienti degli ex ospedali psichiatrici; 5,5 milioni per il servizio di telesoccorso e telecontrollo; 5 per coprire il costo delle ‘miniquote’ cioè dei contributi alle rette delle case di riposo per gli non autosufficienti che ancora non godono delle impegnative regionali; 2 per il Gris di Mogliano Veneto (per saldare parte delle prestazioni erogate in passato); 2 milioni per le impegnative di cure domiciliari per disabili particolarmente gravi; 500 mila euro all’Ulss 4 Alto Vicentino per l’Osservatorio regionale sulle politiche sociali; 111.850 euro per progetti speciali di assistenza a domicilio; 58 mila euro per la prosecuzione del progetto di prestazioni diagnostiche e specialistiche ai disabili gravissimi ricoverati all’Opera della Provvidenza di Sarmeola (Padova). Infine, 11,5 milioni di euro sono il ‘risparmio’ accantonato per rispettare la norma nazionale di contenimento della spesa, che impone di ridurre dell’1,5% la spesa sociale. Così facendo, cioè spostando le risorse dal riparto territoriale alla quota accentrata – spiega l’assessore – si rispettano i vincoli della legge di stabilità nazionale senza ridurre l’offerta di servizi e prestazioni.