“Verona rischia anni di un immobilismo indolente”. Così si è espresso Tommaso Ferrari, consigliere comunale e Capogruppo di Verona Civica sul caso Ikea. Una dichiarazione che arriva dopo qualche giorno dalla stroncatura comunale del progetto di un nuovo centro del colosso svedese alla Marangona e che fa eco a quelle di molti altri politici veronesi. In particolare Ferrari rimprovera all’amministrazione il fatto che il “no” a priori sembra essere diventata l’unica linea d’azione.
Non è ancora terminato lo slancio politico sul caso Ikea, che qualche giorno fa ha visto porre, a detta del sindaco Sboarina, una “pietra tombale” sul progetto di costruire un nuovo centro commerciale del colosso svedese alla Marangona.
Dopo le dichiarazioni di diversi esponenti politici, tra cui anche il Pd veronese e il Popolo della Famiglia, ad esprimersi sulla vicenda è il consigliere comunale e Capogruppo di Verona Civica, Tommaso Ferrari: “La questione Ikea è l’esempio più lampante di una mancanza di visione che accomuna la vecchia e la nuova amministrazione. Fino all’anno scorso, l’unico obiettivo era “fare cassa”, autorizzando qualsiasi speculazione senza una riflessione su viabilità, eccesso di aree commerciali, vivibilità dei quartieri”.
“Adesso, – continua Ferrari – l’unica linea sembra essere quella del comodo “no” a priori: fermare tutto senza mai soffermarsi sugli sviluppi futuri della città. Non ci piace il primo metodo, ma non ci piace nemmeno il secondo, perché tralasciando il singolo caso Ikea (la cui competenza è comunque regionale) ciò che continua a mancare a livello amministrativo è un progetto complessivo, una visione capace di aprire porte alternative a quelle che chiude”.
“Possiamo e dobbiamo rinunciare a nuove aree commerciali, – conclude il capogruppo di Verona Civica – ma al loro posto dobbiamo avere gli strumenti per attrarre insediamenti industriali e per stimolare un dialogo con i privati interessati a far crescere la città. Tra politica del “no” e divisioni interne della maggioranza, Verona rischia anni di un immobilismo indolente: è così che pensiamo di costruire il nostro futuro?”.