Su proposta delle delegate veronesi all’assemblea nazionale Pd Sabrina Ugolini, Alessia Rotta e Donata Gottardi il Partito Democratico a livello nazionale ha aderito alla manifestazione di sabato 30 marzo a Verona indetta da democratiche, sindacati e associazioni per contrastare i valori propagandati dal Congresso mondiale delle famiglie. A comunicarlo è una nota stampa del Pd.
“Questa adesione non vuol essere un atto dovuto o una semplice testimonianza di vicinanza, ma l’inizio di un percorso attivo di rilancio dei diritti civili che con i precedenti governi di centrosinistra avevano fatto un ulteriore passo in avanti (legge sulle unioni civili, contro femminicidio e stalking, contro le molestie sul posto di lavoro, ecc.). – si legge nella nota – Al contrario, ora vengono frenati o negati dalla nuova maggioranza giallo-verde, che si pone talvolta apertamente ostile alla loro applicazione talaltra semplicemente inadeguata, come evidenzia la telenovela sul patrocino della Presidenza del Consiglio dei Ministri al Congresso di Verona. Salutiamo dunque con favore il manifesto per gli Stati Generali delle Donne lanciato da sindacati e associazioni e ringraziamo i docenti e i ricercatori dell’Università di Verona per la presa di posizione assunta che ha aiutato a smascherare le pretese di scientificità di certe posizioni oscurantiste e abolizioniste rispetto alla legge per l’interruzione volontaria di gravidanza, il divorzio, il ruolo delle donne”.
“Ma non sono solo queste conquiste a rischio: il disegno di legge Pillon minaccia l’intero impianto del diritto di famiglia italiano, negando l’eguaglianza morale e giuridica tra i coniugi, tutelata dalla stessa Costituzione, per propugnare il ritorno ad un modello di famiglia patriarcale che nega la violenza domestica e attacca l’autodeterminazione delle donne. – continuano le delegate veronesi – Affermiamo pertanto con forza che i modelli di vita e la libertà affettiva non possono essere omologati, né si può pretendere che lo Stato e tanto meno una presunta Organizzazione mondiale per la Famiglia (organizzatrice del Congresso di Verona) possa determinare queste scelte. Condanniamo tutte quelle posizioni che disprezzano i diversi orientamenti sessuali e la libertà affettiva; che non comprendono le fatiche delle donne e le relegano all’esclusivo ruolo di madri e mogli, nonché l’idea stessa che la donna debba dedicarsi esclusivamente alla funzione riproduttiva ed educativa per sostenere la natalità. Le statistiche dimostrano infatti che il tasso di natalità cresce laddove la donna lavori e abbia una sua autonomia economica, specie se supportata da una forte rete di servizi per l’infanzia.
“In un momento in cui sono in crescita i femmincidi e le discriminazioni, sempre più neoassunte sono licenziate perché incinte, sempre più abbandonate sono le madri single e le donne anziane sole, sempre più precari e mal pagati sono i lavori, non c’è bisogno di proclami reazionari e non è nemmeno più sufficiente che gli uomini si responsabilizzino e abbraccino una mentalità e una cultura di rispetto. – conclude la nota – Serve una presa di coscienza forte e significative iniziative legislative a tutti i livelli”.