Agsm: il Piano Industriale non convince Bertucco e Ferrari

Fronte comune di Tommaso Ferrari, consigliere di Verona Civica-Traguardi, e di Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune, contro Michele Croce. Oggi pomeriggio, infatti, il presidente di Agsm è intervenuto in commissione consiliare sul Piano Industriale 2018 – 2021 della multiutility veronese scatenando le reazioni dei due consiglieri.

“Assenti, come sempre, il direttore generale e i dirigenti di Agsm, Michele Croce, novello Kim Jong-un, ha continuato a sbandierare in tono autocelebrativo i soliti dati senza entrare nel merito dei problemi del gruppo Agsm. – commenta Bertucco – Non è stato consegnato il piano industriale 2018 – 2021 di Agsm, ma sono state proiettate solo alcune slides tutte con lo scopo di indicare un futuro radioso per la storica municipalizzata veronese. Nessuna parola su: Amia, società del gruppo Agsm che chiuderà il bilancio in rosso per il secondo anno consecutivo; su quale strategia utilizzare per uscire dal project financing per la raccolta dei rifiuti; sulla situazione di stallo dell’annunciata gara a doppio oggetto sui rifiuti che dovrebbe scongiurare il project e sul piano di razionalizzazione delle aziende partecipate del Comune di Verona che prescrive (previo parere del MEF) ad Agsm la chiusura di tutta una serie di società, prima di tutte Agsm Albania.continua il consigliere di Verona e Sinistra in Comune – Particolarmente grottesca la giustificazione su Agsm Albania che spinge Palazzo Barbieri a tirare in ballo la “cooperazione internazionale”, “l’amicizia tra i popoli” e una fantomatica “richiesta di esonero dall’obbligo di dismissione” che sarebbe stata rivolta al Ministero di cui nessuno tuttavia ha mai visto la risposta da parte ministeriale. –conclude Bertucco – Sulla fusione Agsm – Aim è tutto secretato, ad oggi i consiglieri comunali non hanno alcun documento in mano. Se questa è la trasparenza di Michele Croce e del Sindaco sulle aziende partecipate…”.

Sulla stessa linea anche Tommaso Ferrari che punta invece il dito contro il tanto annunciato progetto di far divenire Verona una “smart city“: “Non sembra esistere, scartabellando tra i registri comunali, un documento sul capitolo smart city, nonostante gli annunci – denuncia il consigliere di Verona Civica-Traguardi Tommaso Ferrari – Per questo chiederò lumi in consiglio comunale giovedì, vista la delega eternamente vacante dell’ex vicesindaco Lorenzo Fontana. Se si va a leggere il DUP (Documento unico di programmazione), il nome “Smart City” viene citato quattro volte, relativamente ai servizi ai cittadini e all’assetto del territorio. Ma, nel concreto, nessuno pare sapere che lineamenti dovrebbe avere questa chimera. Manca una strategia per intercettare fondi comunitari sull’argomento perché, come sopra, la delega alle politiche comunitarie è ancora “sfitta” dopo le dimissioni dell’indimenticato Ministro Fontana. Si rimane a bocca asciutta anche quando si cerca un piano strategico del comune sulla questione energetica. – continua Ferrari – sull’argomento la descrizione è stringata quanto evasiva: “Energia pulita, minore spreco con migliori prestazioni energetiche e risparmio energetico”. Non sembra esistere un documento programmatico stilato dal Comune in tal senso: tutto è lasciato nelle mani di Agsm, o meglio, a discrezione della municipalizzata che salvo qualche sparuto palo intelligente (acquistato poi con una gara?) non può sostanziare granché sul concetto di Smart City. Senza una progettualità precisa come si scelgono gli investimenti? A sentimento? La realtà – conclude il consigliere – è che una latitanza strategica, tra l’altro ormai endemica, viene coperta, di volta in volta, da protagonismi presentissimi: questa è la Verona Smart City in salsa scaligera”.