
Si basa sul passaparola, sul senso di comunità, sulle speranze verso il futuro di tutti i giovani europei. Stavolta voto è la campagna con cui il Parlamento europeo spera di coinvolgere la popolazione nelle prossime elezioni europee, in Italia il 26 maggio. Con un successo che qualcuno ha già definito senza precedenti.
Valérie Thatcher non è mai stata particolarmente appassionata di politica, né si è mai definita una persona sportiva. Quando, lo scorso 10 marzo, si è messa in marcia da Lione, dove vive con la famiglia, decisa ad arrivare a Bruxelles, l’ha fatto «per l’Europa», come ha spiegato poi sul profilo Instagram dedicato a quest’avventura, Walk for Europe. 700 chilometri a piedi, in solitaria, per dire a tutti che il futuro di questa Unione Europea di cui a breve si decideranno le sorti ne vale la fatica.
D’altra parte, Dylan Ahern, Jochem Jordaan e Floris Rijssenbeek, in arte The Kiesmannen (che tradotto dall’olandese suona un po’ come seggi elettorali) con il futuro, il passato, e il presente dell’Europa ci riempiono i teatri: dal 2017 il loro show teatrale sta facendo il tutto esaurito in Olanda. Un modo, dicono loro, per avvicinare i più giovani al mondo della politica, per farli sorridere di cose come sondaggi e campagne elettorali, ma soprattutto per ispirarli a recarsi ai seggi, quelli veri questa volta, che dal 23 al 26 maggio saranno aperti per le prossime elezioni europee.
E per assicurarsi che tutti, ma proprio tutti, abbiano la possibilità di esercitare il diritto di voto, a Cologna un gruppo di volontari, fondato e animato dal giovanissimo Luca Hannich, si sta prodigando perché nelle case di riposo e nei luoghi di ritrovo delle persone anziane circolino le informazioni necessarie sul voto postale.
Senza dimenticarsi della popolazione più giovane, però, quella di solito più latitante ai seggi: Luca e il gruppo di volontari da lui creato — arrivato a contare più di quaranta persone nella sola Cologna — stanno organizzando eventi nelle università, spargendo la voce via social, con tanto di gif animate create ad hoc per le prossime elezioni europee.
È partita da qui, dal basso, dalle persone, da gesti piccoli, dal quotidiano: la campagna Stavolta voto (This time I’m voting è il nome ufficiale, poi declinato in tutte le 24 lingue ufficiali dell’Unione, con un sito dedicato per ciascuna) è nata a giugno dello scorso anno con l’urgenza di convincere sempre più persone a prendere la strada delle urne.
I dati del 2014 ci dicono che solo il 42,61% dei cittadini europei aventi diritto ha votato alle ultime elezioni europee (in Italia abbiamo fatto meglio, con il 57,22%), ma la percentuale cala ulteriormente se si guarda alla popolazione più giovane, con una partecipazione solo del 27,8%.
Sono dati che raccontano un’assenza importante: significa che una parte ancora troppo estesa della popolazione europea non partecipa a quell’enorme esercizio di democrazia che protegge, garantisce, regola la nostra vita quotidiana. Il cambiamento climatico, la disoccupazione, la sicurezza, i diritti e la solidarietà: questo e molto altro viene deciso a livello europeo, e a dare forma a queste decisioni è il nostro voto.
«Stavolta non basta sperare in un futuro migliore: dobbiamo assumerci la responsabilità delle nostre scelte». Questa è la premessa di Stavolta voto, che si definisce orgogliosamente apartitica, perché non si tratta solo di politica, ma piuttosto di garantire che tutti possano far sentire la propria voce.
La campagna si basa sull’infallibile sistema del passaparola: registrandosi al sito stavoltavoto.eu si riceve, oltre a informazioni su attività ed eventi vicini, un link personale da condividere tra amici e parenti.
Quando la campagna ha preso il via solo qualche mese fa i responsabili facevano conto di reclutare circa 5000 persone in tutta Europa, disposte a dedicare il proprio tempo gratuitamente alle attività di This time I’m voting. A fine aprile, se ne contavano più di 250.000, con un aumento medio del 17% ogni mese, provenienti da tutti gli Stati dell’Unione, di tutte le età e schieramenti politici. E con un numero così, forse l’Europa ha già vinto.
Quanta Europa c’è nella nostra vita:
- Cosa fa per me l’Europa è il sito internet che il Parlamento Europeo ha implementato per accorciare le distanze tra il “palazzo” e l’Europa reale. Navigandolo si può scoprire l’impatto dell’UE nelle nostre vite, cercando per regione geografica o temi d’interesse. Anche questo strumento è pensato per tutti gli Stati dell’Unione ed esiste in 24 lingue.
- In un mondo dinamico e digitale non poteva mancare un’applicazione per smartphone: la Citizens’ App. Scaricabile gratuitamente da App Store e Google Play in tutte le lingue ufficiali dell’Unione Europea, l’applicazione dà accesso a informazioni su iniziative organizzate per argomento e per località.