Turismo “a numero chiuso” a Verona, saresti d’accordo? IL SONDAGGIO

La Provincia di Bolzano ha deciso di limitare i flussi turistici fissando un limite annuale basato sulle presenze del 2019. Ad approvare l'iniziativa, il presidente di Federalberghi Garda Veneto, Ivan De Beni.

Pasquetta 2023 a Verona

Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda Veneto e già sindaco di Bardolino, è tra i pochi a difendere l’iniziativa di Bolzano di mettere un tetto ai pernottamenti. La Provincia di Bolzano ha infatti deciso di mettere un freno fissando un limite annuale, basato sui posti letto e sulle presenze del 2019, per garantire tutela di ambiente e qualità di vita dei residenti. 

Sono molte, però, le voci invece contrarie. «Stabilire un numero chiuso al turismo di Verona? Proposta insensata, sarebbe una resa e l’evidenza che in questi ultimi anni non si è riusciti a gestire certi numeri. Piuttosto occorre investire in eventi culturali per innalzare la qualità del turismo e in infrastrutture e trasporti per migliorare la capacità di assorbimento dei flussi». A dirlo è il deputato di Forza Italia Flavio Tosi, coordinatore regionale azzurro, insieme al consigliere regionale Alberto Bozza.

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Tosi sottolinea inoltre che «Verona negli ultimi quindici anni si è affermata come una delle più importanti città turistiche europee, un dato che ci dovrebbe riempire di orgoglio e incoraggiare a sviluppare nuovi investimenti. Il turismo a Verona crea un indotto economico determinante per le attività commerciali, è un pilastro del benessere della città per imprese e lavoratori, è surreale pensare di voler impoverire questo patrimonio. Il numero chiuso sarebbe una mortificazione, un autogol clamoroso».

Bozza poi ricorda che «è stata l’amministrazione Tosi a investire felicemente sul turismo, in quei dieci anni Verona ha fatto un salto di qualità incredibile per servizi e offerte e i flussi sono cresciuti esponenzialmente. Il problema è che negli ultimi cinque-sei anni sono mancate delle politiche in grado di rinnovare la gestione turistica e non si è stati più in grado di gestire i flussi. Ma alzare bandiera bianca e stabilire un numero chiuso evidentemente non è la soluzione. Bisogna invece sviluppare la rete di trasporto, rinnovare l’aeroporto, senza più guerre pubblico-privato che fanno perdere tempo, e ricominciare a organizzare eventi e manifestazioni di livello internazionale per attrarre turismo di qualità. E va ripristinato il decoro, la pulizia e la sicurezza della città. Si lavori su questi fronti, anziché alzare bandiera bianca».

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