Coldiretti lancia l’allarme sulle conseguenze della diffusione del Coronavirus sul trasporto all’estero delle merci, in particolare per quelle deperibili. Il Made in Italy agroalimentare sta infatti subendo una battuta d’arresto a causa delle misure per affrontare l’emergenza coronavirus. Gli autotrasportatori stranieri sono spaventati, non vorrebbero entrare in Italia per paura del virus e per timore di restare bloccati sul territorio nazionale.
«Lo shock provocato dall’emergenza coronavirus aggrava un deficit logistico che è necessario recuperare, investendo e sbloccando le infrastrutture, che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo» afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. «È importante sostenere l’export nazionale, che in molti settori dell’agroalimentare come il vino, supera addirittura in valore i consumi interni».
Desta preoccupazione il crescente numero di Paesi che mette vincoli sanitari ai propri cittadini che viaggiano in Italia. «La Romania – sottolinea la Coldiretti – impone la quarantena ai suoi cittadini provenienti da Lombardia e Veneto e misure restrittive sono state previste anche dalle autorità sanitarie polacche, che raccomandano di adottare l’auto-monitoraggio. La Bulgaria – continua Coldiretti – chiede a tutti i passeggeri provenienti da tutte le Regioni italiane (sintomatici ed asintomatici) di compilare al rientro un questionario, in presenza di un ispettore sanitario con l’invito ad osservare una quarantena al proprio domicilio nel Paese».
«In un paese come l’Italia dove l’88 per cento dei trasporti commerciali avviene su gomma – precisa la Coldiretti – la paura che blocca i Tir rischia di paralizzare l’intera filiera agroalimentare che vale il 25% del Pil nazionale, offre lavoro a oltre 3,8 milioni di persone e che nel 2019 ha fatto segnare uno storico record delle esportazioni con 44,6 miliardi di euro con il vino che è il prodotto italiano più venduto al mondo».
«Un rischio amplificato dagli effetti recessivi dell’emergenza sanitaria coronavirus con i vincoli ai trasporti per cercare di contenere il contagio che – sottolinea la Coldiretti – si stanno riflettendo anche sulla logistica delle merci con incertezze e ritardi che impattano sugli scambi commerciali. «A pesare – spiega la Coldiretti – sono anche i limiti agli spostamenti dei cittadini che cambiano le abitudini di consumo soprattutto fuori casa con un brusco freno della domanda internazionale».
«Una situazione che cala in un contesto come quello italiano – continua Coldiretti – dove mancano trasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi aeroportuali per le merci e la densità delle nostre infrastrutture è più bassa rispetto ad altri Paesi. Ogni 100 km quadrati abbiamo 5,5 chilometri di ferrovie contro gli 11 della Germania».
Per combattere la disinformazione, gli attacchi strumentali e la concorrenza sleale la Coldiretti ha avviato la prima campagna #MangiaItaliano in Italia e all’estero per salvare la reputazione del Made in Italy, difendere il territorio, l’economia e il lavoro e far conoscere i primati della più grande ricchezza, del Paese, quella enogastronomica.
«In alcuni Paesi – conclude Coldiretti – vengono addirittura chieste insensate certificazioni sanitarie e rassicurazioni aggiuntive ma ci sono state anche assurde disdette per forniture alimentari provenienti da tutta la Penisola sotto la spinta di una diffidenza spesso alimentata ad arte con fake news dalla concorrenza e ora cominciano addirittura ad essere disertati i ristoranti italiani».